Motherland, Fort Salem: il mondo dominato dalle donne, per di più streghe

Motherland
Immaginare le donne in un ruolo diverso dal consueto è più difficile che immaginare civiltà aliene.

È del 2020 la serie tv americana Motherland – Fort Salem, che racconta una realtà distopica in cui il mondo è dominato dalle donne e l’esercito è composto da streghe. Nella storia incontriamo tre ragazze, Raelle, Abigail e Tally, giovani streghe molto diverse tra loro e in procinto di arruolarsi nell’esercito di Fort Salem. Ognuna deve fare i conti con un passato ingombrante, un presente scomodo o un destino che sembra segnato, eppure, anche così diverse e in costante contrasto, finiranno per trovare un punto d’incontro e formare una squadra con un notevole potenziale.

In Motherland sono le donne a comandare il mondo, dicevamo, occupando i ruoli strategici e sociali più importanti. Gli Stati Uniti sono guidati da una Presidente, a capo dell’esercito c’è una Generale che ha addirittura stretto il patto d’alleanza tra Stato e Streghe trecento anni prima. Il retaggio che conta è quello femminile e ci sono matrilinee che hanno più importanza di altre. È curioso vedere come gli uomini, nella serie, abbiano un ruolo marginale, relegati a “mezzi per procreare” o semplicemente a contorno delle più potenti donne. L’universo femminile è abituato a vedersi rappresentato in un contesto di così scarso valore ed è interessante osservare un mondo dove la realtà è “ribaltata”.

Ma che al comando ci siano uomini o donne non ha importanza, anche nella dimensione di Motherland ci sono giochi di potere, invidie e desideri di rivalsa sulla nemica. Si nota la stessa unione che ci potrebbe essere tra camerati in un esercito così come l’astio tra rivali, non cambia niente il fatto che qui ci siano donne, l’intero ventaglio delle emozioni umane (belle e brutte) è rappresentato a dovere. Non posso fare a meno di chiedermi, però, se questo ventaglio si esprimerebbe davvero come gli sceneggiatori ci fanno vedere o se esigenze di trama, conflitto e climax guidino le scelte narrative in direzioni ben mirate. Onestamente non posso nemmeno immaginare come sarebbe un mondo dominato dalle donne e penso che nemmeno chi si è seduto a congegnare trame e profili possa farlo.

Perché? Perché non ci sono termini di paragone. Non ci sono mai state donne Presidente o Generale, eserciti femminili, politica femminile, economia femminile, informazione femminile… La storia ci ha sempre e solo presentato il risultato di azioni e scelte maschili, conflitti e battaglie al testosterone, ruoli sociali tanto rilevanti quanto rigorosamente ricoperti da uomini. Come possiamo quindi dar vita a una realtà diversa? Al di là delle esigenze di copione (che comunque un bravo scrittore deve saper creare), come possiamo immaginare un mondo che non conosciamo? Si è parlato di alieni, altri mondi, disastri naturali, persino il colore dei dinosauri è stato inventato e ci crediamo lo stesso (non ci sono prove scientifiche che attestino il colore della pelle se non in casi molto rari), allora come mai non riusciamo a figurarci un mondo femminile che non sia la fotocopia di quello maschile? Evidentemente è molto più facile immaginare civiltà viventi in galassie lontanissime che una donna almeno qualche gradino più in su dell’ultimo, e questo perché nel pensiero collettivo, nella società, ruoli del genere affiancati a nomi di donne sono ancora meno probabili del più straordinario quanto improbabile elaborato della fantasia fantascientifica.

Serena Pisaneschi

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