L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito

l'acqua del lago non è mai dolce - giulia caminito
«Questa è una storia che ha ingoiato frammenti di tante vite per provare a farne una narrazione, il racconto degli anni in cui sono cresciuta, dei dolori che ho solo circumnavigato e di quelli che ho attraversato.»

L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito Bompiani editore, già candidato al Premio Strega entra ora nella cinquina dei finalisti dell’edizione 2021 del Premio Campiello. «Questa è una storia che ha ingoiato frammenti di tante vite per provare a farne una narrazione, il racconto degli anni in cui sono cresciuta, dei dolori che ho solo circumnavigato e di quelli che ho attraversato». Così Caminito descrive il suo lavoro nelle note finali del libro. Con una scrittura essenziale ma capace di graffiare l’autrice ci consegna un romanzo autentico. L’acqua del lago non è mai dolce è il racconto doloroso, ambientato sulle rive del lago di Bracciano, delle vite sospese e fragili dei suoi protagonisti: «Tutto si regge sull’equilibrio di ciò che è pronto a crollare ma con l’ultima radice si aggrappa a un terreno friabile». Esistenze protese verso un  futuro dal sapore inevitabilmente amaro: «Ci hai mai pensato all’acqua? Dicono acqua dolce, ma è una bugia. Questa acqua ha il sapore della benzina, quando avvicini l’accendino prende fuoco».

l'acqua del lago non è mai dolce - giulia caminito«Io sono la piccola lei e lei è la grande me» così Gaia, la nostra eroina e voce narrante, descrive se stessa e la madre Antonia. Le donne de L’acqua del lago non è mai dolce hanno personalità complesse. Sono forti, dominano, si scontrano e si tormentano. Una madre che protegge e allontana, che guida ma opprime. Antonia non ammette disobbedienze, ama i suoi figli di un amore assoluto che li rende prigionieri. Gaia è una guerriera, ha imparato a non arrendersi e risponde alla durezza della vita con altrettanto livore, altrettanta violenza. Non sa o non vuole sottrarsi al proprio spirito vendicativo: «C’è una creatura dentro di me, furente, ignobile, che non ne può più delle misure di contenimento». Crea alleanze e si dedica scientemente ai suoi piani di rivalsa.
L’acqua è l’altra protagonista femminile del romanzo di Caminito e lo abita in ogni sua parte. Archetipo di rinascita e di morte, con il suo duplice simbolismo, genera un’inquietudine che percorre il racconto fino alla sua conclusione.

Cinzia Inguanta

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