Grande talento di attrice caratterista, ha la capacità di rendere tangibile ogni personaggio che interpreta, mettendo in scena donne vere e non solo ruoli.
In un’intervista Gaia Nanni ha dichiarato che già da molto piccola saliva sul tavolo per fare il suo spettacolo davanti ai parenti, poi il diploma al Teatro Puccini di Firenze e il tuffo nel grande mondo del teatro. Nel 2013 ottiene la sua prima candidatura ai Premi UBU come miglior attrice e nel 2019 riceve il premio per il Cinema Renzo Montagnani. Un mestiere nato con lei e che porta avanti con grande determinazione, sfidando le difficoltà che comporta ma spinta dal fuoco della passione.
Il teatro è il suo grande amore, lo ha affermato più volte, ma costa anche tanto sacrificio. Allora le chiedo: perché il teatro e non il cinema, che volendo è più “semplice”?
«Me lo ripeto anche io ogni giorno, se lo ripetono anche i miei figli, a dire il vero, che mi vorrebbero più presente e non sempre a macinare repliche nei week end. Ma la risposta è semplice e a tratti banale: il teatro è come la vita. Vive lo stato di grazia di un QUI e ORA che non può essere aggiustato in nessun modo. Sul palco o si muore o ci si reincarna in qualcos’altro, sul palco accade e può accadere di tutto ma una cosa è certa: gli errori, i passi falsi, le papere, i vuoti di memoria, tutto quello che è vivo, non può essere rifatto, corretto, rimontato o ritoccato. Questo rende il teatro ai miei occhi insostituibile. Si lavora mesi in prova e in un’ora ci si gioca il tutto e per tutto col pubblico in sala e, mi preme dirlo vista anche la natura della vostra bella rivista, nel teatro le attrici hanno maggiore libertà di ruolo e di approfondimento.»
Ha lavorato con grandi nomi del cinema e del teatro. Com’è rapportarsi con colleghi, registi e sceneggiatori così noti? Cosa cerca di “assorbire” dalla loro esperienza professionale?
«L’incontro per me è quanto di più prezioso possa immaginare. Chi, come me, fa del proprio mestiere l’ascolto e l’interiorizzazione dell’altro, non può che gioire nell’essere diretti, nel mescolare le proprie convinzioni alle visioni artistiche dei registi. Una della prima frasi che mi venne detta a proposito del teatro fu: “Gaia, occhi ben aperti, perché questo è un mestiere che si impara rubando”. Da allora non ho mai smesso di guardare, rubare, assorbire ciò che di bello mi offriva e mi offe il lavoro dei colleghi.»
Ho avuto il piacere di vederla ne Gli ultimi saranno gli ultimi e in Donne guerriere. In entrambi gli spettacoli mette in scena profili di donne molto diverse tra loro. Come riesce a interiorizzare così bene le caratteristiche di ognuna, da quelle emotive agli accenti alla comunicazione del corpo?
«Per me è un piacere sconfinato assorbire tratti, personalità, voci lontane da me. Essere e divenire qualcos’altro la vedo come una grande opportunità. Dimenticare me stessa per interpretare qualcosa o qualcuna lontana da noi anni luce, eccola qua la vera magia. Fare l’attrice altro non è che prendersi una pausa da noi stessi ed entrare nell’altro. Un’Empatia fatta Palestra, una meraviglia assoluta che forse, dico forse, se ben ascoltata potrebbe essere un degno antidoto alla paura di ciò che non conosciamo, dello straniero.»
In Donne guerriere è sul palco con Ginevra di Marco e raccontate di artiste come Rosa Balistreri e Caterina Bueno, ma anche di donne forti che devono cedere a compromessi. Come è nato questo sodalizio e l’idea dello spettacolo?
«Questo sodalizio è stata un’intuizione del musicista e compositore Francesco Magnelli, il suo entusiasmo ha contagiato tutti e alla fine, ci tocca dirlo, aveva ragione lui. Ginevra è un miracolo umano e artistico che ognuno di noi dovrebbe incontrare e come due acrobate viviamo con forza e complicità le biografie di donne extra-ordinarie che meritano di essere ancora ricordate e raccontate. Lo faremo, fintanto che avremo la voce per farlo. Ci sono tante anime e tante teste che hanno reso possibile questo piccolo miracolo, dalla regia di Gianfranco Pedullà ai testi di Manuela Critelli fino ad arrivare al talento sensibile dei musicisti Francesco Magnelli e Andrea Salvadori che ricamano con noi l’avventura di ogni replica. Sono davvero felice, da figlia unica col cuore urgente, d’aver trovato una famiglia.»
Donne forti come lei, che vive la sua passione per il teatro ed è mamma di due splendidi gemelli. Lei è la testimonianza che si può fare, anche se sarebbe meglio farlo con più libertà. Come si pone di fronte ai preconcetti che ancora serpeggiano in una società che stereotipa e limita le donne?
«Si combatte, tanto e ogni giorno. Il mio settore non se la cava benissimo in tema di stereotipi femminili, il cinema italiano è avviluppato in una rappresentazione del femminile fin troppo prevedibile. Solitamente la protagonista di una pellicola media italiana è molto magra oppure molto bella, ha una vita sentimentale sfigata – solo in apparenza – e beve tè bollente guardando fuori dalla finestra con i calzettoni e le gambe nude anche a gennaio. Spesso ha una amica intelligente che l’aiuta nei suoi disastri sentimentali: la vicina di 190 kg tanto simpatica. Tra la super figa e la sua vicina di casa esiste una forbice di donne “normali” che non vengono mai ricordate, interpretate o proposte. In questa isola dimenticata ci siamo tutte noi: le quarantenni senza botulino, le taglie 44, le basse, le normo peso, le fuori tono, le donne che hanno partorito e che hanno salutato con tenerezza gli addominali bassi dopo il cesareo. Io ho il lusso di essere una attrice caratterista e di lavorare in teatro. Io ho il lusso di metterle in scena tutte, all’occorrenza, anche i profili femminili più impensati. Questo è un lusso che il teatro sembra ancora riservare ai suoi interpreti.»
Quali sono i prossimi appuntamenti a teatro?
«Ci godiamo un’estate finalmente lavorativa, le date sono davvero tante. Per Donne Guerriere, tra le più importanti quella del 2 luglio a Scandicci e quella del 20 luglio a Prato. Per il mio monologo Gli ultimi saranno ultimi saremo a Roma il 17-18 luglio e poi sbarchiamo nella nostra Toscana con tappe che vanno da San Casciano a Castiglione della Pescaia. Potete trovare tutto il tour estivo sui miei social e se riuscirete a esserci sarà per me una vera emozione.»
Serena Pisaneschi
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