Lella Golfo, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario, ogni anno con il suo Premio la ricorda e valorizza il talento e i meriti di tutte le donne.
Il 9 luglio 1935 nasceva, in un piccolo paese della provincia piemontese, Marisa Bellisario: prima donna manager italiana. Appena laureata in discipline economiche all’Università degli Studi di Torino è assunta in Olivetti, dove si appassiona all’informatica e contribuisce alla nascita del primo computer interamente progettato e prodotto in Italia. Darà presto prova di grandi capacità manageriali, è determinata e senza perdere la propria femminilità resta sempre fedele a se stessa: «l’immagine è uno specchio, non si può costruire un’immagine diversa da quello che si è.»
I risultati del suo operato sono evidenti in Italia e negli Stati Uniti, dove sarà impegnata per alcuni anni prima di rientrare in patria nel 1981 per risanare l’Italtel. Il carrozzone parastatale di trenta aziende e trentamila dipendenti è in perdita costante. I progetti di Marisa Bellisario non incontrano il consenso di sindacati e stampa, costretti poi a ricredersi quando, dopo soli tre anni, si trovano di fronte un’azienda all’avanguardia con un fatturato di 1.300 miliardi. Sotto la sua guida, le dipendenti laureate dell’Italtel passano dal 5 al 27%. Nel 1986 Marisa Belisario riceve il Premio di manager dell’anno.
Nel 1980 si iscrive al Partito Socialista e qualche anno più tardi entra a far parte della Commissione Nazionale per la realizzazione della parità tra uomo e donna, istituita dal Presidente del Consiglio Bettino Craxi. I notevoli risultati raggiunti da Marisa Bellisario non le hanno comunque risparmiato ostacoli e difficoltà, ma ha sempre creduto nella meritocrazia e nella gerarchia del merito. I rapporti con il nuovo azionista di riferimento di Olivetti Carlo De Benedetti non furono proprio idilliaci, e qualche anno più tardi le fu negato il consenso del gruppo FIAT alla nomina ad amministratore delegato della Telit. Nel 1988 si è spenta a soli cinquantatré anni per un tumore osseo lasciando il marito Lionello Cantoni, con il quale aveva sempre avuto un profondo legame basato su stima e sostegno reciproci.
Un interessante ritratto della vita di Marisa Bellisario, ricco di aneddoti e contributi di repertorio, è disponibile su Raiplay in uno dei dei dodici docu-film della serie Illuminate. Se non avete cinquanta minuti di tempo per vederlo vi consiglio di non perdervi almeno i tre minuti della pillola dedicata a Marisa Bellisario, sempre su Raiplay, ne La prima donna che…
Nel 1989, da un’idea di Lella Golfo, nasce la Fondazione Marisa Bellisario, della quale è tutt’ora Presidente. Scopo della Fondazione è sostenere le donne nella loro vita professionale e personale, valorizzarne il merito e il talento, favorire le carriere al femminile, sensibilizzare l’opinione pubblica, le istituzioni e l’economia al raggiungimento di condizioni di reale pari opportunità.
Il Premio Bellisario è un riconoscimento che da oltre trent’anni è assegnato alle donne che si distinguono nella professione, nel management, nella scienza, nell’economia, nel sociale, nella cultura e nell’informazione, nello spettacolo e nello sport, sia a livello nazionale che internazionale. Le vincitrici per l’anno 2021 sono: Antonella Polimeni (istituzioni), Elena Bottinelli (management), Maria Cristina Piovesana (imprenditoria), Silvia Calandrelli (premio speciale alla cultura), Monica Mosca (informazione), Teresa Fornaro (Germoglio d’oro), Özlem Türeci (premio internazionale). Il Premio Speciale 2021 è stato vinto dalla Nazionale Italiana di Calcio Femminile.
Lella Golfo, deputata eletta tra le file del Pdl nel 2008, è stata la prima firmataria della Legge 120/2011 che ha introdotto in Italia le cosiddette quote rosa. Una legge che è diventata un modello per tutta l’Europa, ma c’è ancora molta strada da percorrere in memoria di Marisa Bellisario per tutte le donne eroine di oggi e di domani.
Paola Giannò