Dal Medioevo a oggi, il mancato riconoscimento dei risultati del lavoro dalle donne o, peggio, la sua attribuzione in parte, se non del tutto, a un uomo.
Il cosiddetto effetto Matilda è quel fenomeno secondo il quale, specialmente in campo scientifico, il risultato del lavoro di una donna è del tutto o in parte attribuito ad un uomo. Si usa la stessa espressione anche per indicare il mancato riconoscimento di risultati raggiunti dalle donne per la tendenza a sminuire i loro successi e/o ad assegnare incarichi a colleghi maschi. La storica della scienza Margaret W. Rossiter ha coniato il termine nel 1993 in memoria dell’attivista statunitense Matilda Joslyn Gage.
Matilda Joslyn Gage, suffragetta, attivista, femminista, scrittrice e libera pensatrice è vissuta negli Stati Uniti nel diciannovesimo secolo. Nel suo saggio del 1870 Woman as Inventor raccontava come diverse invenzioni e scoperte scientifiche fatte da donne non siano state loro riconosciute, ma attribuite ai mariti o ad altri uomini.
Un clamoroso esempio di effetto Matilda è Rosalind Franklin; oggi sarebbe il suo compleanno. Grazie a lei è stata scoperta la struttura a doppia elica del DNA. Peccato che i suoi studi siano stati pubblicati solo dopo quello dei colleghi Francis Crick e James Dewey Watson, lasciando passare quello della principale protagonista come un mero contributo. I due scienziati per tale scoperta nel 1962 vinsero il Nobel per la medicina. Rosalind Franklin qualche anno prima era morta a soli 37 anni per un cancro, ma fu comunque esclusa dal premio nonostante il suo contributo sia stato fondamentale. Un esempio più antico risale al Medioevo quando Trotula de Ruggiero scrisse e firmò opere attribuite a un fantomatico medico “Trottus”.
Per secoli moltissime scienziate sono rimaste nell’ombra e ancora oggi lo sono. In fondo ciò di cui non si parla sembra non esistere. Questo contribuisce a mantenere il pregiudizio per cui le donne sarebbero meno portate nelle materie scientifiche. Le cosiddette discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) sono e saranno ancora più importanti per il futuro mondo del lavoro. Non è certo pensabile che ci siano preclusioni di alcun genere al riguardo.
Iniziative, progetti, associazioni e istituzioni che intendono creare nuove realtà e abbattere le differenze di genere crescono di giorno in giorno. Emerge sempre di più l’intenzione di valorizzare i talenti femminili nelle professioni scientifiche e tecnologiche. Vi segnaliamo di seguito alcuni link, anche istituzionali, con spunti interessanti: inGenere, Imprenditoria femminile, STEAMiamoci, Dipartimento per le Pari Opportunità, Obiettivo 5 – Agenda 2030. Fra effetto Matilda da evitare e soffitto di cristallo è evidente come ci sia ancora della strada da fare. Ci auguriamo di compierla tutti insieme.
Paola Giannò