Maria la Giudea e la tecnica del bagnomaria tra alambicchi ed elisir

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È una donna vissuta secoli fa, la prima alchimista dell’Occidente ad aver inventato questo singolare metodo di cottura e non solo.

Da donna che si diletta in cucina, spesso mi sono chiesta il significato di alcuni termini che troviamo comunemente mentre leggiamo una ricetta. Qualche giorno fa ho pensato a bagnomaria, quel metodo di cottura che prevede che i cibi cuociano in un recipiente immerso in acqua molto calda, e, incuriosita, ne ho cercato l’origine. Credevo di imbattermi in una storia “normale”, invece ho incontrato la prima alchimista donna dell’Occidente.

Purtroppo, di lei sappiamo poco. Maria, vissuta probabilmente ad Alessandria d’Egitto, e sempre probabilmente durante i primi secoli dopo Cristo, contrariamente a quanto potremmo pensare non è ricordata per le sue conoscenze culinarie, bensì alchemiche. Maria è stata un’alchimista, e la storia vuole che lei si servisse del bagnomaria di sua invenzione per riscaldare lentamente e nel modo più naturale possibile gli elementi che componevano i suoi elisir.

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Maria la Giudea, illustrazione di Michael Maier

Nonostante nessuno dei suoi numerosi scritti sia giunto a noi nella sua forma originale, ma solo attraverso precise citazioni in scritti posteriori, e che quello che sappiamo di lei lo possiamo solo ricavare dai testi degli alchimisti a lei successivi. Maria viene considerata la prima alchimista donna dell’Occidente, colei che ha gettato le basi della chimica moderna dando un importante contributo alla ricerca scientifica. È Maria, infatti, che fa importanti scoperte circa i metodi di distillazione e sublimazione delle sostanze e a lei è attribuita l’invenzione di fondamentali apparecchiature per la distillazione e la sublimazione, come l’alambicco.

Dalla citazione di un anonimo filosofo cristiano, scopriamo inoltre che a lei è attribuita la scoperta dei processi di sbiancamento e ingiallimento, che saranno utilizzati negli anni a venire dagli alchimisti che la seguiranno. Ed è a lei che dobbiamo anche l’invenzione del bagnomaria, quel metodo che oggi usiamo per scaldare in modo dolce e indiretto i cibi cosicché non brucino: inizialmente chiamato kaminos Marias, è divenuto poi balneum Mariae e da qui è arrivato ai giorni nostri come bagnomaria.

Paola Gradi

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