«Mi piace sperimentare tanto e con colori diversi, perché sono sempre alla ricerca del mio colore perfetto».
Sara Breschi ha ventiquattro anni e una grande passione per la pittura su tessuto. Dipinge per lo più su jeans, che siano giacche o pantaloni, rendendoli pezzi unici. Ha trovato un modo originale per esprimere la sua voce, e questo denota talento ma anche innovazione.
Mi accoglie nel bar che gestisce con sua madre, il DeKa Caffè di Agliana, in provincia di Pistoia, dove sono esposte le sue opere; il DeKa ospita da sempre artisti del territorio locale e in questo momento ci sono i lavori di Sara. C’è silenzio, ci sediamo l’una di fronte all’altra e cominciamo a parlare.
Sara, ci racconti un po’ di lei. Che studi ha fatto, da quanto dipinge…
«Mi sono diplomata al liceo artistico e la pittura è sempre stata un punto fermo nella mia famiglia, una specie di tradizione, poiché sia mio padre sia mio nonno hanno sempre dipinto.»
E lei ha scelto di dipingere tessuti. Perché il jeans?
«Perché si lavora meglio e perché volevo fare qualcosa di diverso. In giro, di solito, si vedono magliette, borse, solo raramente pitture su jeans. Poi la maggior parte delle volte il jeans viene modificato con paillettes, borchie, frange, stampe… ma pochissimi lo dipingono.»
Usa colori particolari?
«Uso i colori per tessuti. Mi piace sperimentare tanto e con colori diversi, perché sono sempre alla ricerca del mio colore perfetto.»
Cambia il colore sul jeans?
«Dipende dalla marca, se viene più o meno diluito e con cosa. Ci sono alcuni denim che assorbono di più, altri sui quali il colore scivola meglio, ma sicuramente il jeans permette un lavoro più preciso, le linee vengono più pulite rispetto al cotone, per esempio, e io amo lavorare con precisione.»
Come fissa il colore?
«Stiro il tessuto senza che la piastra del ferro sia a contatto con l’immagine. Alcuni colori richiedono un fissante, ma i capi vanno comunque stirati.»
Come sceglie le immagini?
«Quando riproduco immagini famose mi lascio guidare dal mio gusto e scelgo quello che mi piace. Ma le riproduco sempre in modo fedele, esattamente come sono state create. Modificare La ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer o Gli amanti di Magritte avrebbe voluto dire snaturare la genesi del dipinto e questo non mi interessa. In ogni riproduzione, comunque, cerco sempre il modo di lasciare la mia firma.»
I suoi lavori non rappresentano solo dipinti famosi. Esatto?
«Sì, esatto. Su alcune paia di pantaloni ho scritto i versi di una canzone, su più giacchetti frasi a tutta schiena, aggiunto borchie o frange, ho anche preso un paio di scarpe nere e le ho dipinte. Mi piace provare, mi lascio guidare da quello che mi ispira. Sto ancora cercando la mia strada, ma l’unico modo per trovarla è sperimentare. Ci tengo però a dire che non ho mai seguito le mode, che voglio affermare la mia arte come Sara, seguendo la mia ispirazione, e non la voga del momento. Forse non sarà un’ottima scelta dal punto di vista commerciale, ma sicuramente rispecchia la mia autenticità.»
Fa un progetto dei tuoi lavori prima di iniziare?
«Sì. Ho un taccuino su cui appunto tutte le idee, i colori che uso, la loro posizione. Per ogni progetto c’è uno sketch dedicato, uno studio che mi permette di perfezionare il lavoro. E poi mi piace anche l’idea che rimanga traccia del processo lavorativo di ogni cosa che creo.»
È stata al Lucca Tattoo Expo, com’è andata?
«Molto bene! Mi sono fatta conoscere e ho ricevuto tanti apprezzamenti per la mia collezione di capi vintage. Il contatto con le persone è stato appagante.»
Lei gestisce un bar con sua madre quindi è impegnata tutto il giorno. Come affianca la passione artistica al lavoro?
«Principalmente dipingo la sera e la notte o nei weekend, quando ho del tempo a disposizione lo sfrutto in ogni modo. Nei momenti calmi al bar annoto le idee, prendo appunti di tutto ciò che mi viene in mente per fermarlo subito e non perderlo. Anche quando non dipingo attivamente ho sempre qualche progetto da elaborare.»
Vivere dei propri sogni è una cosa molto difficile. Cosa consiglia a giovani ragazze che vogliono seguire la passione artistica?
«Consiglio di non fermarsi di fronte alle difficoltà e di portare avanti il proprio lavoro. Anzi, sono proprio queste difficoltà che aiutano ad andare oltre e non smettere mai di credere alla passione che ci muove. È necessario accettare tutti i commenti, soprattutto quelli negativi, che devono essere costruttivi e da stimolo. Bisogna ascoltare i pareri degli altri e prendere spunto, ma è fondamentale maturare una netta individualità, usare la propria testa e rimanere fedeli a se stessi.»
In che modo è possibile contattarla?
«Da due anni ho una pagina su Facebook, Elis Boutique, in cui chiunque può vedere i miei lavori e mettersi in contatto con me.»
Concludiamo la nostra chiacchierata parlando del momento che stiamo vivendo, tutte e due fiduciose nel futuro. L’arte è qualcosa che non si ferma mai, che impara da qualsiasi circostanza il mondo stia attraversando. Sara è una ragazza giovane e talentuosa che, come molte, porta avanti la sua passione su un binario parallelo a quello della quotidianità. Dalla sua voce ho percepito convinzione e determinazione, ha le idee chiare, un piano da seguire.
Ci salutiamo tirandoci dietro la porta del bar, io con la mia intervista da sbobinare e lei con il suo taccuino pieno d’idee ben custodito in borsa. Non fatico a pensare che perseguirà i suoi scopi, ha la grinta giusta e negli occhi le brilla quel particolare bagliore di chi è animato da una forte passione.
Serena Pisaneschi
Foto in alto: Sara Beschi – Mercatino a Baragazza – Bologna