Speciale 25 novembre 2021. Un fatto di cronaca da un racconto di Dostoevskij sul palco per riportare l’attenzione sul tema della violenza sulle donne.
Dal 18 al 21 novembre al Teatro delle Spiagge di Firenze Beatrice Visibelli ha interpretato La mite, un intenso monologo che Nicola Zavagli ha tratto dal racconto di Fedor Dostoevskij. Uno spettacolo intenso e vibrante per riportare ancora una volta l’attenzione sul tema purtroppo sempre attuale della violenza sulle donne.
Il racconto è stato pubblicato nel 1876 ed è ispirato a un fatto di cronaca. La mite si è appena suicidata gettandosi dalla finestra, sulla scena la vediamo distesa su un tavolo, mentre il marito sgomento cerca di comprendere, e spiegarci, l’insano gesto della giovanissima moglie. Durante il suo lungo monologo ripercorre la loro storia, con parole che a tratti possono apparire pure addolorate. Cerca di assolversi e attribuire ancora una volta alla vittima ogni sua colpa. La mite è infatti la vittima predestinata di un uomo avido, calcolatore e senza scrupoli. Colui che aveva, con grande strategia, irretito una giovane orfana, che aveva avuto la sfortuna di entrare nel suo banco dei pegni. Quell’uomo dall’aria gentile era in realtà un ex capitano cacciato con disonore per viltà, per essersi rifiutato di battersi in duello in difesa dell’onore dell’intero battaglione. Anche per questo suo gesto troverà un’attenuante. Alternando la sua rabbia repressa all’uso del potente strumento del silenzio condurrà la sua vittima a compiere il tragico gesto. Un esempio ancora una volta di quanto possa essere subdola e potente l’arma della violenza domestica e psicologica.
Beatrice Visibelli interpreta con grande intensità un rapporto malato, che troppo spesso si ripete in uno schema già visto fra vittima e carnefice. In modo originale e inatteso lo fa però nel ruolo di un uomo che in preda al suo tormento interiore, assolutamente inconsapevole di quanto i suoi comportamenti siano malati, cerca l’assoluzione dal mondo e soprattutto da se stesso. Un uomo incapace di un qualsiasi tipo di riflessione interiore, caratteristica che spesso ricorre in questo tipo di dinamiche.
Che il tema della violenza sulle donne richieda interventi urgenti su più fronti è innegabile. La sensibilizzazione attraverso uno spettacolo teatrale è uno dei tanti possibili strumenti. Prezioso l’intervento di Nicola Zavagli al termine dello spettacolo del 19 novembre scorso, al quale ho assistito, per ricordare quanto sia importante il contributo che ognuno di noi può dare, anche e soprattutto quello maschile. Non tutti gli uomini sono ovviamente violenti ma ognuno ha la possibilità di intervenire e sollecitare una riflessione con un figlio, un amico, un collega quando ravvisa atteggiamenti inadeguati. Le parole di Nicola Zavagli si sono fatte più accorate quando ha dedicato la serata a due genitori, presenti fra il pubblico, che quattro anni fa hanno perso la loro giovane figlia Michela. Ogni giorno le pagine delle nostre cronache non mancano di segnalarci casi di violenza, ma quando il dolore di una violenza che poteva essere evitata te lo trovi seduto accanto è tutta un’altra cosa, sembra che ti tocchi.
L’impegno civico e sociale di cui Nicola Zavagli e Beatrice Visibelli hanno rivestito Teatri d’Imbarco a Firenze è uno dei tanti modi per esercitare quell’impegno che a ognuno di noi è richiesto. Loro lo fanno con la loro arte, mettendo in scena spettacoli che oltre alla splendida magia del palcoscenico regalano sempre un buon motivo di riflessione. Lo stesso spirito anima anche i loro corsi di teatro per bambini giovani e adulti, e tutti i loro progetti percorsi da un profondo senso civico e sociale.
Lo spettacolo La mite nei prossimi giorni si sposterà a Genova per la serata del 25 novembre alla Sala Mercato del Teatro Nazionale nell’ambito del Festival dell’eccellenza femminile, per poi tornare in Toscana per lo spettacolo di sabato 27 novembre al teatro comunale Corsini di Barberino del Mugello. Il teatro regala ogni volta una magia, che il pubblico in sala e gli attori sul palco si regalano a vicenda. Una magia che ogni volta è differente e di cui, soprattutto in questo periodo, abbiamo tutti bisogno per più ragioni.
Paola Giannò
Foto in alto: Beatrice Visibelli