L’autrice ci consegna, grazie a Ivvi Editore, una sorta di “diarietto ironico” nato dall’esigenza di stemperare l’angoscia e la clausura imposte dal virus.
Fresco di stampa, Spezzatino a colazione e cavoli a merenda di Marina Cristani (Ivvi Edizioni) s’impone per freschezza e ironia. Possiamo dire che questo lavoro sia nato per necessità di sopravvivenza, come afferma la stessa autrice: «Spezzatino a colazione e cavoli a merenda contiene tanti pensierini nati dall’esigenza di stemperare l’angoscia iniziale della pandemia: quasi per caso, ho iniziato a scrivere una specie di diarietto ironico raccontando della clausura imposta dal virus; pensieri pubblicati banalmente come post su Facebook, che stranamente hanno incontrato la simpatia di persone più o meno amiche, sia virtuali che realissime.»
In Spezzatino a colazione e cavoli a merenda «non c’è un vero e proprio filo conduttore, se non un richiamo al cibo, vissuto come una ripetitiva routine» spiega Cristani, «qualche commento sparso sulle spesso deliranti esternazioni di politici e anche di scienziatoni sempre più invadenti gli schermi della tivvù; piccole immagini di vita quotidiana con la kokeshi e i gatti, silenziosi protagonisti di casalinghità. Ho inframezzato qualche piccolo scritto un po’ più pretenzioso, qualche componimento poetico e dei mini-quadri di uomini e varia umanità. Quello che più appare evidente è il gioco con le parole, alcuni termini inventati, inframezzi dialettali e qualche imprecazione. La speranza è che strappi un sorriso anche a voi che leggete, e gradiate la temerarietà di aver voluto pubblicare un anno di vita quasi monastica.»
Durante una conversazione in cui le esprimevo l’intenzione di segnalare il suo lavoro sul nostro blog, Cristani, con grande umiltà, mi ha voluto ribadire che si tratta «solo di una spruzzata di pensieri più o meno ironici. Giusto per chiarire, che magari si può pensare sia un testo serio…». Quindi siete avvisatә, trattasi di pensieri oziosi in tempi pandemici.
Marina Cristani è nata nel lontano 1954 il 12 di novembre, nel cuore di Verona. Dopo un’infanzia travagliata e fuori dal comune, scopre che la lettura può essere un magnifico modo per volare lontano, e da allora non ha più smesso di leggere e collezionare libri. Vive con due gatti altamente felini – ovvero menefreghisti a tutto tondo – e con una figlia che l’ha resa madre; codesta fanciulla – detta “kokeshi” – è continua fonte di ispirazione, sia per bassi istinti omicidi che per liriche piene di gaudio e amore. Ora non lavora più, così il tempo libero è diventato talmente esagerato da forzarla a scrivere cose: alcune sono anche abbastanza pretenziose, altre sono giochini con le parole scritte per strappare un sorriso, ma soprattutto per garantirle una sorta di immortalità (la speranza di diventare autrice di estremo successo non muore mai!).
Cinzia Inguanta
Foto in alto: Marina Cristani
©RIPRODUZIONE RISERVATA