Donne che fecero l’impresa di Edizioni del Loggione: l’antologia che racconta perché nessun pensiero è mai troppo grande.
Katia Brentani è nata e vive a Bologna. Ha iniziato giovanissima a pubblicare racconti e romanzi brevi sulle riviste Confidenze e Donna Moderna. Ha collaborato con riviste e partecipato a concorsi letterari ed è in una di queste occasioni che ha conosciuto Massimo Casarini con il quale da sette anni è socia della casa editrice Edizioni del Loggione. Ero curiosa di conoscerla anche per un loro particolare progetto al femminile.
Partendo dai suoi esordi letterari, che ricordi ha delle prime esperienze su due riviste rivolte a un pubblico prevalentemente femminile?
«Ho dei ricordi bellissimi. Avevo solo diciassette anni e sono sempre stata malata di scrittura e lettura. Usavo la macchina da scrivere elettronica e spedivo i racconti per posta ed è stata una palestra pazzesca durata circa dieci anni. Erano riviste a diffusione nazionale e la pubblicazione era retribuita, anche bene nel caso del romanzo contenuto nell’inserto staccabile. Con il passare del tempo e con l’idea di mettere su famiglia ho dovuto cercare un lavoro più stabile, anche se ho sempre continuato a scrivere. Con la nascita di mio figlio, fra lavoro e famiglia ho rallentato, ma quando hai una passione così forte difficilmente la perdi e ho iniziato a mandare racconti e romanzi ai concorsi letterari.»
Nel frattempo la tecnologia aveva cambiato anche il mondo. Cosa è successo dopo?
«Sì certo, l’avvento dei computer e della posta elettronica aveva proprio modificato tutto. Con i primi concorsi (con mia grande sorpresa li ho vinti tutti e quattro) ho iniziato a pubblicare ed è in una di queste occasioni che ho conosciuto Massimo Casarini di Damster Edizioni. Scrivere racconti era sempre stato nelle mie corde e i suoi concorsi coniugavano la scrittura con l’altra mia grande passione che è la cucina. È grazie alla mia assidua partecipazione ai suoi concorsi che alla fine ci siamo conosciuti anche di persona.»
Come è avvenuto il passaggio di Katia Brentani nel mondo editoriale a livello professionale?
«È successo proprio grazie a Massimo che intendeva creare una nuova collana dedicata alla cucina e pensò a me; i Quaderni del Loggione sono nati dal mio Bologna la dolce ed è una collana che esiste ancora oggi. Mi piaceva organizzare presentazioni nei bar o caffè letterari e Massimo mi propose di diventare la responsabile della collana. Era qualcosa che non avevo mai fatto ma ero parte di giurie letterarie in vari concorsi, collaboravo con alcune riviste. Sono una persona fondamentalmente curiosa e amo l’idea di fare esperienze diverse, così accettai con grande entusiasmo la sua proposta. Sono stata responsabile della collana per cinque anni durante i quali le pubblicazioni sono cresciute, alcuni quaderni sono stati allegati al Resto del Carlino, sono nate collaborazioni con associazioni. C’era molto fermento e Massimo mi propose di diventare sua socia. Come per altre follie della mia vita gli dissi di sì anche se, essendo io del segno della bilancia, ho valutato sulla base dei cinque anni di esperienza tenendo bene i piedi per terra. Abbiamo due temperamenti diversi, ma credo che sia proprio questo nostro essere diversi e complementari il nostro punto di forza. Dopo un anno la Edizioni del Loggione ha incorporato il marchio Damster per il settore dei gialli e ora siamo un’unica casa editrice.»
Fra le vostre pubblicazioni c’è una collana dedicata alle donne che fecero l’impresa, un’antologia di imprenditoria tutta al femminile. Da dove nasce l’idea?
«Volevamo raccontare storie di donne che hanno creato veri e propri imperi, al momento ci sono Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte ma vorremmo fare anche le altre. Le prossime saranno Toscana e Trentino anche se la pandemia ha modificato in parte i nostri progetti. Le autrici hanno incontrato di persona le dirette interessate o i loro eredi per raccogliere personalmente i loro racconti; non volevamo pubblicare informazioni che chiunque può reperire su internet ma svelare la vera vita delle nostre protagoniste, trasmettere la passione, la tenacia di fronte agli ostacoli che hanno incontrato e la caparbietà del credere in se stesse. È un’antologia che ha creato dei rapporti meravigliosi, che ci invitano a presentare nelle scuole e che ha sviluppato sinergie con associazioni che si occupano di tematiche sociali al femminile e questo è stato di grande soddisfazione. Credo che i rapporti umani siano la nostra salvezza.»
Che le autrici siano tutte donne è stata una scelta?
«Sì, è una cosa che ho voluto fortemente che le donne raccontassero le donne. È stato anche bello che fra loro siano nate delle amicizie, che abbiano fatto rete. In particolare mi ha molto colpito come è nato il volume del Veneto con la partecipazione di Donne si fa storia e per il quale una parte del ricavato è destinato alle giovani imprenditrici venete. Grazie alle loro collaborazioni a livello internazionale le nostre antologie sono arrivate anche a Bruxelles.»
In questo periodo di incertezza, nel giugno del 2021 avete inaugurato la libreria Libri su misura a Bologna. Una follia?
«Era da tempo che c’era quest’idea e alla fine l’abbiamo realizzata. Cercavamo un posto dove incontrarsi con i nostri autori e il nostro pubblico, un luogo che fosse un po’ casa dove riscoprire quei rapporti umani di cui parlavo prima, dove chiunque può portare idee, condividere progetti e passioni. I nostri aperitivi letterari estivi sono stati molto seguiti, così come le letture per bambini. Ci saranno presto laboratori di scrittura e spettacoli teatrali e con la bella stagione riorganizzeremo il Giallo Festival. Vorremmo anche far nascere un gruppo di lettura. Abbiamo tanti progetti in cantiere e aspettiamo solo di realizzarli.»
La chiacchierata con Katia Brentani è stata una bellissima occasione per conoscere un’altra donna oltre il consueto che sono certa continuerà a sorprenderci con tante belle iniziative.
Paola Giannò
Foto in alto: Katia Brentani
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