Siamo chi vogliamo essere o siamo chi dobbiamo essere? Il romanzo di Brit Bennet prova a rispondere a una domanda molto pesante.
L’identità è qualcosa che ci viene imposto o un obiettivo da raggiungere a ogni costo? E quanto influisce l’ambiente in cui cresciamo sulla nostra identità? Brit Bennet, nel suo La metà scomparsa, edito da Bompiani e uscito nel settembre del 2021, prova a fare luce su queste e altre domande.
A Mallard, un paesino talmente piccolo da non essere nemmeno segnato sulle mappe geografiche, vivono Desiree e Stella. Gemelle identiche ma molto diverse nell’indole e nei sogni, ognuna per ragioni proprie coltiva il desiderio di andare via da casa e cominciare una nuova vita altrove. La fuga avviene una notte d’agosto, quando partono senza lasciare traccia di sé. Nessuno ne sa più niente per anni, nemmeno la madre, ma un giorno Desiree farà ritorno a casa seguita da sua figlia June. L’arrivo di una delle gemelle scomparse crea scalpore nel paese, ma ciò che sciocca di più è il colore della pelle di June: nerissima. Mallard ha sempre avuto una particolarità, ovvero i suoi abitanti sono tutti persone di colore ma dalla pelle molto chiara, e l’arrivo di Desiree con June scatena sia tanta curiosità che un’odiosa ondata di razzismo. Dov’è Stella? Si chiedono in molti, ma seguendo la storia di Desiree scopriamo che non vede né sente sua sorella da anni e anche le ragioni che l’hanno portata a tornare a Mallard.
Passano gli anni e June cresce fino ad andare in California per frequentare l’università. Lì conoscerà Reese, una volta Therese, e anche una ragazza bionda dagli occhi viola che contribuirà a illuminare le tante ombre della sua famiglia.
Ne La metà scomparsa Brit Bennet tratta in modo approfondito il tema dell’identità. Razza, genere, orientamento sessuale… i conflitti che attraversano i vari protagonisti del romanzo scavano dentro a ogni tematica e chi legge riesce a sviluppare una sorta di empatia. Sono tante le storie che si intrecciano, tante le lotte, spesso anche intestine, alle quali assistiamo. Appartenere a una razza discriminata, imporsi come membro di quella discriminante, fuggire da un genere che non ci rispecchia, cercare la verità, bella o brutta che sia, anche solo per trovare un po’ di pace. Desiree e Stella, sorelle indistinguibili ma che non potrebbero essere più diverse, ci ricordano che in ognuno di noi esiste una sorta di dualismo tra chi siamo e chi vorremmo essere.
Quanto le influenze esterne incidono sulla vita che imbocchiamo? E quanto potere ha l’ambizione personale di fronte al complesso ventaglio di contesti in cui si cresce? A questa domanda non è possibile rispondere perché, se prendessimo dieci persone cresciute in uno stesso ambiente, probabilmente avremmo dieci risposte diverse. A influire sono i sentimenti privati, l’animo singolo, il sentire segreto. Stella e Desiree sono un esempio perfetto di questa impossibile uniformità; loro due, come tutti gli altri personaggi della storia di Brit Bennet, sono la dimostrazione che ogni individuo è solo di fronte alle proprie scelte e di quelle scelte dovrà affrontare le conseguenze.
La metà scomparsa lo trovate anche su Storytel, letto magistralmente da Nadia Presciabosco. È un romanzo che mi ha inondata di persone e, soprattutto, delle vicende che ci sono dietro a ognuna di loro. Perché tutti siamo chi siamo grazie, per colpa e nonostante il nostro passato e tutto quello che ci circonda.
Serena Pisaneschi
Foto in alto: Brit Bennet
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