La donna imperatore ShengShen, dalla penna di Shan Sa

Shan Sa
Viaggio verso oriente con le opere della talentuosa scrittrice cinese naturalizzata francese e pluripremiata per il suo lavoro fino dagli esordi.

Ho conosciuto l’opera di Shan Sa perché sono una (sporadica ma affezionata) giocatrice di Go e un giorno ho trovato, nella libreria universitaria che frequentavo da studentessa, il suo La giocatrice di Go. Per questo ho continuato a seguire il suo lavoro fino a incappare, nel 2003, nel grandioso romanzo Imperatrice che ci narra, in modo romanzato, le vicissitudini dell’unico imperatore donna della storia della Cina. Sto parlando dell’Imperatrice Wu Zetian (17 febbraio 624 – 16 dicembre 705), che inizialmente fu concubina della più bassa estrazione e poi, grazie a un colpo di fortuna e molta intelligenza, diventò sempre più potente: concubina favorita poi imperatrice consorte arrivando infine a regnare direttamente con il nome di imperatore Shengshen.

Caso insolito, perché normalmente, nella lingua scritta e parlata cinese, non esistono le concordanze di genere. Ci sono modi per indicare uomini e donne, ovviamente, ma i pronomi, ad esempio, sia il femminile che il maschile e il neutro, si pronunciano tutti tā. Per quanto riguardava l’imperatrice consorte, al tempo di Wu Zetian, esistevano però dei caratteri con una pronuncia specifica, diversa da quella di imperatore. Per questo, una volta deceduto il figlio, che altro non era che un fantoccio guidato dalla madre, dovette assumere il titolo maschile per poter regnare.

Le gesta che questa donna avrebbe compiuto per raggiungere il potere, pur essendo fervente buddhista, sono efferate e tremende. Ma si tratta di una donna cresciuta e vissuta in un mondo patriarcale, gerarchico e profondamente maschilista – basti pensare all’idea di tutte quelle concubine! Avrebbe ucciso lei stessa, infatti, una delle proprie figlie neonate per eliminare l’Imperatrice consorte (a lei precedente), nel periodo in cui Wu Zetian era arrivata a essere la favorita dell’imperatore Gao Zong, facendola così incolpare ed eliminare, prendendone il posto.

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Le opere di Shan Sa

L’Imperatore Gao Zong, oltre a essere completamente ammaliato da Wu Zetian, era anche fisicamente provato da gravi problemi di salute, ed era un uomo fragile innanzi a questa donna così incline a intrighi e faccende politiche che sempre più lo affiancava quando non addirittura lo sostituiva nel disbrigo delle questioni dinastiche. Per questi motivi Gao Zong lasciò come volere testamentario che fosse lei a occuparsi delle faccende politiche qualora il diretto discendente al trono (uno dei quattro figli maschi che Wu Zetian diede alla luce con l’Imperatore) fosse indeciso o troppo in difficoltà per risolverle in autonomia. Di fatto questo lascito trasformò, come detto, il figlio di Gao e Wu, terzo erede al trono dopo Gao, in un fantoccio manovrato dalla madre.

Sono tre infatti i figli di Gao e Wu che si succedono e che vengono poi allontanati e assassinati, secondo gli storici, dalla madre stessa. Non si vuole qui entrare nel merito di tutte le faccenduole che contraddistinsero questa donna incredibile, ma si vuole offrire uno spunto di riflessione su quanto possa essere stata dura e feroce l’ascesa di una tale donna in un mondo governato da soli uomini in un tempo così remoto e in un luogo talmente impervio. Non è un caso, forse, che a narrarcene la bellissima storia romanzata sia infatti una donna che lo fa con eleganza e affetto, cercando di umanizzare ciò che agli occhi degli storici apparve disumano. Ritroveremo Shan Sa con la Giocatrice di Go. Per ora, il consiglio è di non perdere questo bellissimo anche se datato romanzo che vi parla di una donna, sì controversa, ma anche incredibile ed estremamente volitiva e pervicace.

Shan Sa, scrittrice cinese naturalizzata francese, nasce a Pechino il 26 ottobre 1972 con il nome di Yan Ni. Nata da una famiglia di accademici inizia presto a cimentarsi con la poesia fino a vincere, a soli otto anni, il primo premio al concorso nazionale per minori di dodici anni. In seguito al clamore di questo riconoscimento pubblica la sua prima raccolta e cambia nome ispirandosi a un poema di Bai Juyi, famoso durante il periodo della dinastia Tang (618-907). Dopo aver conseguito il diploma di istruzione secondaria in Cina, si sposta a Parigi con il padre che riceve una cattedra all’Università di Sorbona. Il suo romanzo d’esordio, La porta della pace celeste, riceve il Premio Goncourt come migliore opera prima. In seguito, La giocatrice di Go, del 2001 riceve numerosi riconoscimenti e viene tradotto in trentadue lingue. Poco tradotta in Italia, la si può trovare più agilmente in lingua francese.

Laura Massera

Foto in alto: Shan Sa

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