«Credo fermamente che ogni sogno vada il più possibile inseguito, ma stando attenti a fare i passi giusti, per evitare il rischio di una brutta caduta.»
Barbara Cinelli vive e lavora a Brescia, dove ha fatto della sua passione per i libri un lavoro con le case editrici Triskell Edizioni e Nua Edizioni, di cui è titolare.
Chi è Barbara Cinelli?
«Barbara Cinelli è una persona molto curiosa e dalla mente in continuo movimento. È sempre stato così, fin da quando ero piccola. Al di là della preparazione scolastica, ciò che posso dire su di me è che sono una persona determinata e tenace. In generale, cerco sempre un equilibrio in ogni cosa, e correttezza e gentilezza per me sono imprescindibili sia nei rapporti personali che lavorativi. Credo fermamente che ogni sogno vada il più possibile inseguito, ma stando attenti a fare i passi giusti, per evitare il rischio di una brutta caduta. Non che cadere sia sempre negativo, perché si impara poi a rialzarsi, ma i sogni infranti non sono mai belli da portarsi dentro. Sono stata definita una persona eclettica e credo proprio che sia vero. Conduco una vita tranquilla, sono una persona fisicamente pigra (compenso con la mente sempre in movimento che dicevo poco sopra) e considero la serenità il bene più prezioso (la salute è un po’ scontato).»
Come è nata l’idea di una casa editrice?
«Il progetto editoriale di Triskell è nato più di nove anni fa; la casa editrice è stata infatti inaugurata a febbraio del 2013. Sono stati nove anni impegnativi, ma siamo ancora qui, e speriamo di restarci a lungo. L’idea mi è venuta grazie alla mia esperienza di lavoro presso una casa editrice americana, dove ho iniziato come traduttrice per poi diventare coordinatrice italiana del loro progetto. Lavorando per quella realtà ho potuto vedere e apprendere nozioni importanti da “dietro le quinte” e, visto che si trattava di un editore di gay romance, mi sono resa conto che in Italia mancava una realtà che puntasse esplicitamente su questo genere, pur essendoci un bacino di lettori che chiedeva sempre più libri con queste tematiche. L’idea, quindi, è nata proprio dalla volontà di offrire un nuovo genere ai lettori italiani proposto da una casa editrice italiana. Alla collana gay romance si sono poi affiancate quelle riguardanti il romance tradizionale, la narrativa generica e il thriller mystery. Tutto ciò che è non romance, però, poi è stato raggruppato e assorbito dal marchio Nua Edizioni, creato a fine 2019. Citando ciò che c’è scritto sul sito, Nua è la concretizzazione del desiderio di creare una realtà nuova con una precisa identità e, come suggeriscono il nome e il simbolo del marchio, prende le mosse da un profondo desiderio di rinnovamento e rinascita. Oltre a ciò, ammetto che tratta proprio i generi che sono stati alla base della mia formazione come lettrice.»
Cosa comporta dirigere una casa editrice?
«Comporta il dover sopportare una dose di stress incredibile. Dirigere una casa editrice richiede davvero uno sforzo non indifferente, e credo che serva anche una certa predisposizione naturale, che va al di là della formazione. Una casa editrice è un’impresa tentacolare e serve avere capacità imprenditoriale. Mi dispiace se con queste parole sfato un po’ il mito romantico dell’editore, ma sì, per essere editore devi anche sapere essere imprenditore, soprattutto visto come l’editoria, esattamente come tutti gli altri settori economici, corre veloce. E se non hai la prontezza mentale di stare al passo, rischi di rimanere indietro. Il mondo editoriale è complesso, pieno di figure da gestire, di passaggi da coordinare, di regole da seguire, di persone con cui interfacciarsi. Insomma, impegnativo. Ovviamente lo spaccato che vi ho dato rappresenta ciò che significa essere editore di una casa editrice come la mia, in crescita costante, e che pubblica molto in un settore in cui si fa fatica a “spiccare”. Essere editore è l’attività principale della mia vita, e deve essere remunerativa per me ma anche per le mie dipendenti e i collaboratori. Ci sono bellissime realtà che però scelgono un approccio diverso e hanno ritmi diversi, quindi è più che probabile che vi risponderebbero in altro modo.»
Lo staff è tutto al femminile. È stato un caso?
«Direi di sì, nel senso che non c’è stata una decisione ponderata di volere uno staff al femminile, è semplicemente successo. Le due persone con le quali ho dato il via al progetto, e che ancora sono al mio fianco, erano – e sono – due persone a me molto vicine che hanno sposato la mia “visione”. Poi con il tempo si sono unite altre collaboratrici e credo che il genere romance abbia naturalmente attratto donne anziché uomini, che comunque sarebbero stati bene accetti.»
Perché Triskell?
«Per il mio immenso e profondo amore per l’Irlanda e perché è un simbolo celtico. Perché eravamo in tre. Perché il triskell rappresenta sempre una triplicità di elementi, come passato, presente e futuro, e tre è il numero perfetto.»
Ha altri progetti per il futuro?
«In campo editoriale per il momento no. Direi che in questi anni ho dato il via ad abbastanza progetti da bastarmi per un bel po’ di tempo, anche se non nego che sto guardando costantemente avanti, per capire – nella fattispecie nel mondo editoriale – cosa cambierà (perché cambierà) e non farmi trovare impreparata.»
Che cosa le viene in mente se dico L’Altro Femminile?
Paola Gradi
Foto in alto: Barbara Cinelli
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