Maman, il Ragno di Louise Bourgeois un omaggio alla maternità

Maman
«Tutto quello che produco è ispirato ai primi anni di vita. Ogni giorno devi disfarti del tuo passato, oppure accettarlo, e se non riesci diventi scultrice».

Gli architetti son bestie strane, ve lo dico io che ne ho uno in casa, due in stanza con me al lavoro prestati allo studio del GIS e non solo, e una che mi dice «ma io ti voglio bene come se tu fossi normale» ormai da venticinque anni. Però. C’è un però: averli intorno è meglio che non averne. Ti fanno scoprire cose e persone e luoghi che tu da sola mai scopriresti, presa come sei dalla vita di tutti i giorni, dalle tue manie di controllo e dal sonno incoercibile che caratterizza le tue primavere.

È stato proprio durante una gita di primavera a Bologna che, parlando di sculture con il mio architetto e autista preferito, mentre eravamo in coda per i lavori in corso sulla variante di valico, ho scoperto grazie a lui l’esistenza di Maman, l’enorme Ragno, ne sono rimasta affascinata, e dal momento che la coda di automobili non accennava a dissolversi, mi sono messa a studiarlo sul mio smartphone.

Il Ragno Maman, di Louise Bourgeois, è una enorme statua in bronzo, di dieci metri per dieci, realizzata nel 1999. È installata in modo permanente, in diverse copie, in otto parti del mondo: in Russia davanti l’Ermitage a San Pietroburgo, in Giappone a Tokio, nel quartiere di Roppongi Hills, a Ottawa in Canada di fronte al Museo delle Belle Arti, in America a Kansas City e  in Iowa, a Londra davanti alla Tate Modern e persino in Qatar. Ma la copia più rinomata si trova davanti al museo Guggenheim di Bilbao, in Spagna.

Il Ragno Maman è l’omaggio di Louise Bourgeois alla maternità e a tutte le donne del mondo. La scultura si erge in alto, maestosa, sulle esili zampe che sostengono il corpicciolo del ragno, dal quale, al centro, pende un sacchetto contenente delle uova in marmo: come a voler mostrare l’intersezione tra l’imponenza, la forza, e il senso di tenerezza e protezione.

Louise Bourgeois
Louise Bourgeois

«Mi chiamo Louise Josephine Bourgeois. Sono nata il 24 dicembre a Parigi. Tutto il mio lavoro degli ultimi cinquanta anni, tutti i miei soggetti hanno tratto ispirazione dalla mia infanzia. La mia infanzia non ha mai perso la sua magia, non ha mai perso il suo mistero e non ha mai perso il suo dramma.»

L’artista, infatti, a ventun anni perde la madre. Il dolore la gettò in una profonda depressione, che troverà una via di sfogo attraverso la pittura e l’interesse per l’arte in generale. Sembra che le sue sculture spesso prendano origine dai sogni, e in quasi tutte l’artista pare voler “parlare” di rapporti familiari, forse anche proprio dei suoi: piuttosto tesi con il padre, e molto felici con la madre, a cui era legatissima. Louise ha infatti detto più volte che Il Ragno è un’ode a sua madre, che era sempre stata la sua migliore amica.

Curiosità: un altro Ragno di Louise, Spider IV, è stato il punto forte dell’asta di arte moderna e contemporanea di Sotheby’s Hong Kong, con un valore stimato tra $ 15 milioni e $ 20 milioni e questo, insieme al fascino che la Bourgeois porta ormai da anni con sé, potrebbe portare la scultura a essere la più costosa mai venduta in territorio asiatico. L’artista franco-americana (1911-2010) è molto conosciuta dai collezionisti asiatici e la vendita di Sotheby’s sembra davvero in linea con i tempi: la maggior parte dei giovani collezionisti asiatici interessati, infatti, sono donne.

Alex Branczik, presidente del dipartimento di arte moderna e contemporanea di Sotheby’s Asia, dichiara che «in media negli ultimi cinque anni, quasi il 50% delle collezioniste che hanno acquistato opere per oltre 1 milione di dollari provenivano dall’Asia». Molto probabilmente è anche per questo che in Asia le opere realizzate da artiste donne stanno andando per la maggiore, fra cui, appunto, Quarantania, realizzata sempre dalla Bourgeois e venduta a Seoul nel 2018.

Insomma, sembra proprio che negli ultimi anni Sotheby’s stia puntando sulle giovani artiste. Sarà che ci sono molte più artiste rispetto al passato, sarà che il mercato dell’arte si sta aprendo alla parità di genere, ma questa è una delle cose più profumate di nuovo che ho scoperto in questa primavera.

Elena Marrassini

Foto in alto: Maman, il Ragno di Louise Bourgeois

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