Se «esiste un modo femminista di esercitare la propria forza e uno che femminista non lo è per niente» lo schieramento conta poco.
Negli ultimi giorni si è molto parlato dell’intervento di Michela Murgia sul presunto femminismo di Giorgia Meloni. Dai giornalisti è stato definito un «duro attacco», un’«astrusa supercazzola», un «incredibile post». Si tratta in realtà di una riflessione sul significato della parola stessa, femminismo, comparato al modo di agire e di proporsi della leader di Fratelli d’Italia.
Riproponiamo il testo del post contestato, perché possa essere uno spunto di riflessione. Ci farebbe piacere sapere che cosa ne pensate.
«Se esistano o meno femministe di destra è una domanda che non porta da nessuna parte. Il giorno in cui mi metterò a dare patenti di femminismo alle altre donne deve ancora sorgere. So però per certo che esiste un modo femminista di esercitare la propria forza e uno che femminista non lo è per niente. Ogni volta che incontro una donna potente, quello che mi chiedo è: che modello di potere sta esercitando? Se usa la sua libertà per ridurre o lasciare minima quella altrui, questo non è femminista. Che sia di destra o di sinistra, se chiama meritocrazia il sistema che salvaguarda il suo privilegio di partenza e nega i diritti di altre persone, questo non è molto femminista. Che sia di destra o di sinistra, se il suo modello di organizzazione dei rapporti è la scala e non la rete, nemmeno questo è particolarmente femminista. Che sia di destra o di sinistra, se la sua visione della fragilità altrui è paternalista e l’unica soluzione che le viene in mente è una protezione che crea dipendenza questo è il contrario del femminismo. Che sia di destra o di sinistra, se per lei le funzioni patriarcali sono più importanti delle persone che le svolgono, questo senz’altro non è femminista. È quindi inutile chiedersi se Giorgia Meloni sia femminista o non lo sia solo perché è a capo di un partito. Fatevi domande sul suo modo di esercitare il potere e vedrete che il dubbio neanche vi viene.
P.s. Sì, conosco anche donne di sinistra che usano il potere così, ma nessuna corre il rischio di diventare presidente del consiglio.» Michela Murgia
Sì, sarebbe bello avere finalmente un presidente del consiglio donna, ma essere di sesso femminile non è un requisito sufficiente per candidarsi a ricoprire quella carica. E non lo è nemmeno per definirsi femminista.
Erna Corsi
Foto in alto di Tima Miroshnichenko su Pexels
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