Teresa Ciabatti non è “La più amata”… la strada per il successo

Teresa Ciabatti
Fra critiche e accuse di nepotismo, le sue parole disegnano una donna in tutta la sua nuda e difficile verità.

Teresa Ciabatti nasce a Orbetello nel 1972, figlia di Francesca Fabiani e di Lorenzo Ciabatti, il “Professore”. E questa sembra essere, a detta di molti, una colpa alla quale non c’è modo di fare ammenda. Il padre era il primario dell’ospedale di Orbetello, personaggio amato, stimato e forse temuto da tutti. Nulla sembrava essere al di fuori del suo raggio d’azione. Ai figli, per anni, è bastato il cognome per ottenere gli stessi suoi privilegi in ogni campo. 

Nel 2017 pubblica La più amata (edito da Mondadori e finalista per il Premio Strega dello stesso anno), libro nel quale racconta la storia della sua famiglia e di come lei e il fratello siano cresciuti nell’agio principesco destinato a pochi eletti. Potrebbe sembrare l’ennesimo volume-diario di espiazione e autoanalisi, ma la prosa di Teresa Ciabatti, ruvida e a tratti quasi dolorosa, lo pone al di fuori di questa etichetta. Il testo mette a nudo gli errori di una generazione di genitori convinti che spianare la strada ai propri figli sia la scelta migliore (o la più comoda), salvo poi riconoscere che è un compito impossibile da portare avanti per sempre. Quando loro abbandonano il campo, i figli si trovano a gestire da soli problematiche mai affrontate prima, catapultati improvvisamente nella realtà senza gli strumenti adeguati. Questo accade a Teresa, che da essere La più amata passa a vestire i panni di adolescente grassottella, impreparata al confronto con gli altri e affettivamente abbandonata. 

Quando la critica nei confronti dei suoi libri si ferma alla considerazione che vengono pubblicati solo grazie all’influenza di suo padre, mi chiedo se le sue parole siano state comprese, o almeno lette. La sua rabbia verso i passati favoritismi e l’autoanalisi critica dovrebbero esentarla da tutto questo.
Non è certo l’unica ad aver pubblicato grazie a un cognome conosciuto.

Eppure qualcosa di lei disturba. I desideri e le esigenze di Teresa Ciabatti bambina sono sempre stati messi al centro, sempre soddisfatti. Divenuta adulta, ha saputo mantenere salda la sua lista di priorità, mettendo al primo posto i suoi obiettivi personali. Un uomo con questo schema di pensiero verrebbe definito forte e determinato; una donna, invece, nelle parole di chi si permette di giudicarla diventa egoista e capricciosa. Non gioca a suo favore nemmeno la spudorata sincerità, quasi infantile, che le consente di spiazzare la maggior parte delle persone che non siano di sesso femminile e al di sopra dei quarant’anni: desideri considerati inconfessabili, esigenze che in molti generano vergogna, necessità che la società vorrebbe represse, difficoltà che nessuno vuole sentire. Passata l’età fertile, le donne un tempo entravano in una zona d’ombra destinata a chi ha già portato a termine il proprio compito. Oggi vogliono e possono essere il motore di un cambiamento, che passa anche per l’accettazione di sé.

Erna Corsi

Foto in alto: Teresa Ciabatti

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