«Né lui né io abbiamo mai pronunciato una sola volta la parola aborto. Era qualcosa che non aveva posto nel linguaggio.»
Siamo nel mese di febbraio del 1999 e Annie Ernaux sta vivendo un momento particolare, una situazione che le riporta alla mente, prepotente, qualcosa che le è accaduto nel 1963. Dall’urgenza di esternare, raccontare, forse esorcizzare un vissuto difficile e traumatico nasce L’evento, uscito in Italia nel 2019 grazie a L’Orma editore.
Annie ha ventitré anni e frequenta l’università. È una studentessa brillante, capace, ma la sua vita sta per essere sconvolta. Apprende di essere rimasta incinta e decide istantaneamente di non voler portare a termine la gravidanza, solo che in Francia, in quegli anni, l’aborto è illegale. Comincia così la sua travagliata ricerca di una soluzione e l’unica possibile è ricorrere alla clandestinità. Si rivolge anche a un paio di medici facendo trasparire la sua intenzione, ma nessuno l’aiuta. Uno solo le prescriverà della penicillina, ma lo farà in modo tacito, in un confronto pieno di sottintesi. «Né lui né io abbiamo mai pronunciato una sola volta la parola aborto. Era qualcosa che non aveva posto nel linguaggio.»
Trascorre i mesi da ottobre a gennaio in uno stato di agitazione, sconforto, a tratti disperazione. Non può contare sull’aiuto di nessuno, nemmeno del padre del bambino. Per vie traverse entra in contatto con una ragazza che ha passato la sua stessa esperienza e che la indirizza da una mammana, ma è sempre un viaggio in solitaria. Un viaggio emotivo e fisico, un viaggio che attraversa la condizione femminile di quegli anni ma anche di sempre, a ben guardare.
Leggendo questo lungo racconto è impossibile non tornare con la mente a cosa è successo nel giugno scorso negli Stati Uniti. La Corte Suprema ha sentenziato che il diritto all’aborto non è più protetto dalla Costituzione e il passo all’illegalità è stato brevissimo. Proprio nella terra dei liberi siamo tornati indietro di decenni, ma quello che più spaventa è l’enorme arretratezza della mentalità fortemente patriarcale che ancora opprime la società. È per questo che donne coraggiose come Annie Ernaux e storie come L’evento sono fondamentali.
È importante testimoniare quanto sia difficile il cammino dei diritti inalienabili della donna e quanto sia travagliata, a moltissimi livelli, una lotta che, a partire dalla Genesi, non ha uguali nella storia. Ernaux ha ben chiaro lo scopo ultimo del suo mettersi a nudo e lo dice chiaramente in questo testo toccante e sentito: «Può darsi che un racconto come questo provochi irritazione o repulsione, che sia tacciato di cattivo gusto. Aver vissuto una cosa, qualsiasi cosa, conferisce il diritto inalienabile di scriverla. Non ci sono verità inferiori. E se non andassi fino in fondo nel riferire questa esperienza, contribuirei a oscurare la realtà delle donne, schierandomi dalla parte della dominazione maschile del mondo.»
Serena Pisaneschi
Foto in alto: Annie Ernaux
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