La poesia nel dì di domenica: “Anima errante” di Amelia Guglielminetti

Amelia Guglielminetti
Secondo il poeta Silvio Raffo «la più grande poetessa del primo Novecento attende ancora la sua riabilitazione.»

«Donna appassionata e sensuale, dominatrice e crudele, ardente e sensibile vestita all’ultima moda di Parigi secondo lo schema del gusto liberty» così il critico Giorgio Barberi Squarotti descrive Amelia Guglielminetti, poeta torinese dei primi del ‘900. Incarnava l’immagine della femme fatale, della mangiatrice di uomini. Questo ruolo alimentato dal suo stile liberty e dalle sue stravaganze mise in ombra la profondità delle sue opere. Ciò che venne giudicato dalla critica fu il personaggio provocatorio e non il valore della sua poetica.

Il tema centrale delle sue poesie era l’amore, ma i suoi versi giudicati trasgressivi, perché carichi di passione e sensualità, le costarono una sorte ingiusta. In particolare, la pubblicazione del romanzo, La rivincita del maschio la rese, agli occhi del mondo letterario di quel secolo, una donna indesiderata. Fu classificata come poeta e scrittrice erotica, subì la censura e un processo per oltraggio al pudore, da cui venne scagionata perché riconosciuta inferma mentalmente.

Amelia Guglieminetti era una donna intellettualmente attiva e versatile, stravagante, dai modi seducenti. Viveva libera la sua vita, da donna emancipata rifiutando di essere etichettata come “normale”. Esternava la sua modernità nel tentativo di abbattere tabù, pregiudizi e convenzioni del suo tempo. Così anche nei suoi versi, si muove in totale libertà descrivendo amore ed erotismo ma non solo. Ritroviamo in lei anche una vena intima, drammatica e psicoanalitica.

Poeta oltre il consueto, irrequieta, sola, malinconica, ferita da amanti e amici, viene travolta dal personaggio che si era costruita volontariamente compromettendo il giusto riconoscimento alla sua profondità umana. I suoi ultimi anni li visse in completa solitudine: «Visse sola e sola morì» questo era ciò che voleva fosse scritto sulla sua tomba.

Silvio Raffo, poeta anch’egli e suo curatore, scrisse: «Sarà proprio la sua candida e troppo ostentata spregiudicatezza, la sua insofferenza a qualsiasi etichetta o ruolo, la sua purezza impura da “demi-vierge” e profetessa di catastrofi a condannarla all’emarginazione e all’oblio già da viva. Strumentalizzata, derisa, incompresa e dichiarata ufficialmente inferma di mente, la più grande poetessa del primo Novecento attende ancora la sua riabilitazione.»

La poesia scelta per questa domenica è estratta da Le vergini folli (1907) a dimostrazione della grande profondità di questa scrittrice. Grazie a questa raccolta di poesie Amelia Guglieminetti conobbe Guido Gozzano (1883-1916), con il quale iniziò una intensa e passionale storia d’amore documentata dalle innumerevoli lettere che i due amanti si scambiarono nel corso della loro relazione.

Le vergini folli rappresenta un viaggio anticonformista nell’universo femminile, dedicato alla verginità. I versi delle poesie raccolte in questo libro raccontano in modo delicato il rapporto delle donne con il loro corpo immacolato: fragilità, contrasti, sensazioni dove trionfano sempre i sentimenti.

«Ella compie nel suo libro, Egregia Guglielminetti, quasi un vergiliato, e conduce il lettore attraverso i gironi di quell’inferno luminoso che si chiama verginità» Guido Gozzano.

Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti  legge per noi Amelia Guglielminetti. Buon ascolto.

Anima errante

Se il mio signore segue la sua via
con cuore assorto o con sereno volto,
sol con sè solo crede andar, raccolto
nel suo pensier, senz’altra compagnia.

Ed ei non vede alcuno che lo spia,
passo passo, alla sua mèta rivolto,
alcun che sta del suo cuore in ascolto
e gli parla con tenera follia.

Ecco: al suo piede un’ombra or lunga or breve
accanto o dietro o innanzi a lui cammina,
nè mai la stanca quel suo andar sì lieve.

Essa è colei che troppo sola muore,
è la notturna anima pellegrina
che persegue il suo sogno ed il suo amore.

Debora Menichetti

Foto in alto: Amelia Guglielminetti

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