«Nessuno, ti giuro, mi ha mai veduta così spoglia d’orgoglio, così vestita di pura tenerezza. Tu solo che non mi ami, tu solo che mi sfuggi.»
Per questa domenica ho scelto Vortice, un’altra poesia di Amelia Guglielminetti, poeta sensibile e profondamente sensuale. Vortice descrive il sentimento e la passione di due amanti che si incontrano. Riesco a visualizzare la veranda, le mani che si sfiorano, i cuori palpitanti, il tremore di trovarsi finalmente vicini e assaporare il calore dei cuori che causano una vertigine.
Persa nel suo “vortice”, Amelia Guglielminetti vivrà questo amore senza mai consumarlo per il continuo temporeggiare del suo amato, che la terrà legata a sé con l’inganno e la promessa di una relazione che non le concederà mai. Guido Gozzano aspirava, infatti, a una profonda amicizia letteraria, non a una relazione romantica e passionale di cui aveva un profondo terrore.
La poeta invece sognava un amore intenso, passionale che si trasformò in sofferenza, perché si sentì prima sedotta e poi respinta. Guido infatti alterna atteggiamenti pieni di sentimento ad altri sfuggenti e freddi e in molte occasioni eviterà di incontrarla personalmente. Addolorata e umiliata la donna esprime i suoi sentimenti attraverso le innumerevoli lettere indirizzate al crepuscolare poeta torinese. Non si arrenderà mai al rifiuto di Gozzano, arrivando fino all’umiliazione.
«No, noi non abbiamo ancora sepolto nulla di noi stessi. Io sono per te come il primo giorno che ti vidi, non sazia, né stanca, né oppressa dalla più piccola parte di te. Sei nuovo e fresco al mio spirito come allora che m’eri ignoto… È un senso strano ch’io non so dire, ma che non ho mai sentito per altri, una malia, quasi, che è credo, una occulta profonda fraternità, un oscuro legame spirituale che ci unisce anche nostro malgrado. Ma tu non provi questo fascino, lo so, poiché mi respingi dopo alcune ore di comune vita, mi allontani con un gesto che mi pare un urto di disdegno.»
Le citazioni sono tratte da Guido Gozzano Amalia Guglielminetti Lettere d’amore, edizioni QuodLibet.
Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti legge per noi Amelia Guglielminetti. Buon ascolto.
Vortice
Noi ci fissammo, con un folgorio
d’occhi tenace. Io so che in quel momento
il cuore ti tremò del tremor mio.
Eravamo seduti con il mento
nella mano, in un’ombra di veranda,
in qual tempo, in qual giorno, io non rammento.
Rammento che giungeva a ondate, blanda,
una lontana musica e che spesso
ripeteva un motivo di domanda.
A un tratto ci trovammo così presso
da provarne vertigini, e smarriti
impallidimmo del pallore stesso
come su un buio vortice che inviti.
Debora Menichetti
Foto in alto: Amelia Guglielminetti
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