Secondo lo studio condotto dai ricercatori Matthew Killingsworth e Daniel Gilbert avere la testa fra le nuvole vuol dire essere tristi.
«E quindi niente, alla fine le ho risposto così.»
«…»
«Non mi hai minimamente ascoltato, vero? »
«Mi dispiace, lo sai che ogni tanto faccio mind-wandering, mi aiuta a non pensare a tutta questa situazione di disagio che ho dentro e intorno a me.»
«Scusa, la cosa mi perplime alquanto. Mind- che?»
«Ma dai, non li conosci Matt e Dan? Hanno condotto uno studio approfondito sul mind-wandering, il fenomeno della mente errante! La mente che parte per la tangente nei momenti in cui non ci serve una concentrazione particolarmente elevata e, quindi, per evadere cominciamo a vagabondare con i nostri pensieri. Mind-wandering. Ma tu sei troppo pragmatica, sei felice, non mi aspettavo che lo sapessi.»
«Allora. Devi smetterla di parlare delle persone come se fossero i tuoi compagni di merende! Ma chi li conosce Dan e Matt.»
«Sono due ricercatori di Harvard, mica pizza e fichi.»
«Non fare la saccente. E poi, che cosa c’entra il fatto di essere pragmatica e felice, il che è estremamente opinabile…»
«Sorvolerò sul mio essere saccente e ti illuminerò sulla questione. Tramite il loro studio è emerso come le persone che non erano focalizzate sul presente, ma anzi stavano vagando ed esplorando altri pensieri, fossero giù di morale, o comunque non al top, come si suol dire. E questo indipendentemente dal pensiero. Potevano anche immaginare di andare a cena con Emmeline Pankhurst ed essere di umore nero.»
«A cena con Emmeline Pankhurst.»
«Beh? Per me è un bel pensiero. Morirei per parlare con lei.»
«Tu sei tutta strana. A parte ciò… mi stai dicendo quindi che chi fa mind-wandering è… triste?»
«In poche parole, sì. Chi riesce ad apprezzare e vivere il qui e ora risulta essere molto più contento e soddisfatto. Però ci sono anche dei lati positivi nel possedere una mente girovaga ma, visto che non mi stai ascoltando, te lo spiegherò un’altra volta.»
In alto: Nefastia e il mind-wandering di Gloria Wardolw
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