Punto di non ritorno è un noir che scopre tutte le carte

Nadia Blardone e Daniela Violini, due autrici per un mistero che punta il dito su violenza di genere, bullismo e omofobia.

È una sera come tante quella in cui Miranda rientra a casa stanca dal lavoro in farmacia, con la borsa della spesa, l’ombrello e il pensiero al suo gatto che l’aspetta per la cena. D’improvviso un urlo acutissimo spezza il silenzio del tranquillo quartiere nel centro di Torino, spaventandola a morte e sollevando la curiosità delle finestre del vicinato per non più di un minuto. Inizia così il romanzo noir Punto di non ritorno (WLM, 2022) vincitore nel 2021 del Premio Giallo Indipendente, sezione romanzi inediti e scritto a quattro mani da Nadia Blardone e Daniela Violini. La prima è stata insegnante e dirigente scolastica per molti anni. Ha vinto numerosi premi letterari con opere poetiche; ha pubblicato Punto di Rottura (Ibiskos – Ulivieri, 2014), Quando è Inverno e In autunno le foglie, esperienza creativa raccontata dai disegni dei bambini entrambi editi da Raineri-Vivaldelli (2017). La seconda è un’ex insegnante di lettere torinese.

«Sai, c’è un principio buddista che dice che bisogna saper trasformare il veleno in medicina. Ecco, Gilberto, in questi anni mi sono sempre difesa dal ricordo di quello che è capitato a me.» Nadia Blardone e Daniela Violini

Senza mai cadere nel facile sensazionalismo, Punto di non ritorno si raccoglie intorno all’omicidio di una donna avvenuto per motivi sconosciuti. Le indagini si dipanano in un fitto sottobosco di personaggi che si delineano con il procedere del racconto, come un bozzetto che prende forma a ogni nuovo tratto: il commissario Lauria, il preside Gilberto, la farmacista Miranda, la vicepreside Silvana, il professor Tarditi, il giovane studente coinvolto suo malgrado, la povera Gabriela e l’uomo disgustoso che trae profitto dal suo sfruttamento. A tenerli legati c’è un delitto, ma anche storie personali fatte di violenza domestica, bullismo e omofobia, il tutto presentato in modo lucido e preciso, sempre politicamente corretto. 

«Per me è come un pugno nello stomaco riscontrare la distanza che esiste, anche nella scuola, fra le parole e i fatti, fra le regole e i comportamenti.» Nadia Blardone e Daniela Violini

L’esperienza nelle scuole delle due autrici si percepisce nitidamente nei buoni consigli che ognuno riceve e nella speranza per una società più giusta e inclusiva che traspare nel finale. Nonostante sia quasi raccontata “in guanti bianchi”, la storia è avvincente e si legge d’un fiato portandosi anche a casa un po’ di quella speranza.

Erna Corsi

Foto in alto: Enes Bayraktar su Pexels

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