MBA Power: racconti dalla Business School del Politecnico di Milano, le trentadue professioniste che hanno scommesso sulla forza delle nuove competenze.
Non ci fermeremo, non ci stancheremo di cercare il nostro cammino. Potrebbe essere questo il motto delle donne della Generazione R come Rinascita, tratto dai versi di una celebre canzone di Eros Ramazzotti. Sono le professioniste di età compresa tra i ventinove e i cinquantanove anni che in piena pandemia – quando sembrava che non esistesse più un domani – hanno deciso di rinascere professionalmente, frequentando la Business School del Politecnico di Milano. Le loro trentadue storie, accanto a quelle dei colleghi uomini, sono contenute nel libro scritto da Filippo Poletti dal titolo MBA Power: innovare alla ricerca del proprio purpose (Lupetti editore).
«Le donne e gli uomini della Generazione R come Rinascita» spiega Poletti, LinkedIn Italia top voice, «sono convinti che non basti nascere una volta. Nell’età dell’incertezza o VUCA, acronimo traducibile in italiano con le quattro parole “volatilità”, “incertezza,” complessità” e “ambiguità”, occorre rinascere tutti i giorni come professionisti. Per questa ragione, ai tempi del coronavirus, della guerra in Ucraina e dello spettro della crisi economica, tanti professionisti come noi si sono messi a studiare e ristudiare come si governa la trasformazione digitale, come si fa innovazione radicale o incrementale, come si sviluppa il pensiero progettuale, come si mette in piedi una startup oppure come si gestisce il cambiamento in azienda. Siamo diventati, appunto, nuovi professionisti. Siamo rinati».
Le trentadue protagoniste del libro sono donne pronte a ispirare altre professioniste e altri professionisti. Alcune di loro, durante il percorso di rinascita, sono diventate neo-mamme come Silvia Tagliafico, informatica, iscrittasi alla business school il giorno stesso in cui i medici le confermarono che il cuore di Beatrice Nina batteva fortissimo nella sua pancia. Oppure Giovanna Roversi, economista, che racconta: «Non dimenticherò mai la lezione dedicata alla catena di approvvigionamento seguita dall’ospedale, dove poche ore prima era venuta al mondo la mia prima bimba, Bianca. Me la porterò nel cuore per la sensazione di famiglia, che mi hanno trasmesso i compagni e i professori, e per la forza di volontà e fisica che ho scoperto di avere.»
Altrettanto toccante la storia di Vanessa Ottone, ingegnere biomedico, che nel libro narra l’intreccio di vita privata, vita professionale e rigenerazione compiuta sui banchi di scuola durante l’era covid in questo modo: «Un momento particolare che farò fatica a dimenticare è l’aver seguito da remoto da New York una lezione di finanza aziendale, dopo appena tre giorni dall’aver partorito il mio secondo figlio».
C’è anche chi, come Ana Rita Ferreira, con un background scientifico, si concentra sulla sfida di gestire la vita in un Paese diverso dal Portogallo assieme al terzo parto: «Come mamma espatriata che viveva e vive in Italia e lavora a tempo pieno come dirigente nel settore sanitario, non mi sembrava il momento migliore per fare un executive MBA. La vita, tuttavia, mi ha insegnato che non esiste un momento perfetto e che aspettare è un rischio per perdere delle opportunità. La pandemia da Covid-19 ha cambiato il nostro modo di vivere e, a casa, la mia famiglia si è allargata: ora non sono più una madre di due figli (come avevo scritto nella lettera di candidatura alla business school del Politecnico di Milano), ma una madre di tre.»
Nel volume dedicato alla Generazione R come Rinascita è raccontata anche la sfida di donne che hanno deciso di lasciare il proprio Paese per venire a studiare a Milano. Alejandra Mateus, ad esempio, ha salutato la Colombia, Milenka Domic il Cile, Gabriela Basaldua il Perù, Thayana Rigo Caser dalla Bolivia ha ritrovato a Milano il sangue dei bisnonni, mentre Heyang Wang ha preso l’aereo dalla Cina per puntare sulla Lombardia.
«Questo viaggio» confida l’ingegnera Mateus a Poletti, «mi ha insegnato molto su me stessa, non solo a livello accademico e professionale, ma anche a livello personale. Trasferirsi in un Paese lontano è stata la prima sfida: quella, cioè, di adattarmi a una cultura, ad abitudini e a una lingua diverse, lasciandomi alle spalle tutto ciò che conoscevo. La sfida vinta di stabilire una nuova casa in Italia mi ha fatto capire che ero e sono in grado di raggiungere ogni obiettivo che mi pongo. Nel corso di questa esperienza la mia mente si è aperta a tanti settori, come ad esempio la finanza e il biomarketing.»
Sulla stessa lunghezza d’onda è l’ingegnera Domic che con queste parole, presenti in MBA Power, si apre ai lettori: «Vivere in un Paese diverso, studiare e interagire in inglese e in italiano è stato impegnativo, ma allo stesso tempo tremendamente stimolante. Ho anche imparato il valore che la diversità porta nella vita e nel lavoro. Interagire con studenti con culture diverse dalla mia è qualcosa che non avevo mai sperimentato prima e che mi ha cambiato la vita.»
«La Generazione R è a numero aperto» commenta l’autore del libro, Poletti, che prosegue: «Tutti possono farne parte a patto di mettersi sui banchi di scuola anche virtuali così come fuori dalle aule della formazione, per imparare e rimparare. Nell’era del cambiamento continuo la parola d’ordine è imparare nuove competenze, sia “dure” che “soffici”, “hard skill” e “soft skill”. Secondo il World Economic Forum entro i prossimi tre anni si perderanno nel mondo 85 milioni di posti di lavoro, ma se ne creeranno 97. Pensiamo, guardando all’Italia, alle sei missioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (dedicate, rispettivamente, alla digitalizzazione, alla transizione ecologica, alla mobilità sostenibile, all’istruzione e ricerca, all’inclusione e alla salute): le previsioni per il quinquennio 2022-2026, fatte da Unioncamere, parlano di 770mila nuovi posti di lavori nella pubblica amministrazione e di almeno 2,3 milioni nel settore privato. Per essere competitivi come professionisti dobbiamo continuamente fare il tagliando alle nostre competenze a prescindere dal nostro background, sia esso scientifico che umanistico».
Lo testimonia Maria Grazia Del Vescovo, che ha un passato di studi in ambito linguistico: «Rimettermi in gioco, personalmente e professionalmente, ha voluto dire colmare alcune lacune che mi rendevo conto di aver accumulato, lavorando in un settore high tech e venendo da un background accademico umanistico.» Idem Isabella Schiavi, laurea in lettere classiche: «Ho pensato che fosse possibile crescere professionalmente e, al tempo stesso, provare ad ampliare la visione, con cui mi vedeva il mercato, con una formazione antitetica. È stata una decisione motivata anche dalla consapevolezza che, dopo corsi e master specialistici, fosse giunta l’ora di intraprendere un percorso trasversale e di più ampio respiro».
Punto di partenza e di arrivo della Generazione R come Rinascita è l’individuazione e la realizzazione del cosiddetto “purpose” o “scopo”, parola derivata dal verbo inglese propose e traducibile in italiano come “proporre”: «La “proposta” o stella polare delle nuove leader e dei nuovi leader» tira le somme Poletti in MBA Power «è la creazione responsabile di un futuro sostenibile, che metta al centro del fare impresa l’impatto sociale. Si parla, oggi, di “grandi dimissioni”. Parliamo e sosteniamo anche l’onda della “grande rinascita”, quella di chi – appunto – ha scommesso e scommette sulla forza delle nuove competenze da mettere al servizio del mondo del lavoro.»
Foto in alto: al centro Filippo Poletti autore di MBA Power
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