Talvolta dissentire è un atto eroico ma necessario per trasmettere un messaggio forte, spesso il prezzo da pagare è molto alto.
Fritz Haber, classe 1868, era un brillante chimico ebreo e tedesco. La sintetizzazione del gas chiamato Iprite valse una promozione al grado di capitano che gli venne conferita nella sua villa durante un raduno il 1 maggio 1915. Quella stessa notte, sua moglie si tolse la vita. Il gesto estremo può apparire come l’epilogo di un dramma famigliare, e fu proprio quello che si tentò di far credere all’opinione pubblica, celando le vere motivazioni che la donna aveva messo per iscritto prima di morire.
Clara Immerwahr (1870 – 1915) fu la prima donna in Germania a ottenere la laurea in chimica. Dopo il successo all’Università di Breslavia ottenne anche il dottorato e divenne l’assistente del suo mentore, fino a quando non si sposò. Nei primi anni dopo il matrimonio con Fritz contribuì in gran parte a dare esito positivo agli esperimenti del marito. Lui le riconobbe parte del merito dedicandole i testi che pubblicava: «Alla mia cara moglie Clara Haber, Ph.D., in segno di gratitudine per la sua cooperazione silenziosa.» La nascita del loro primo figlio limitò ulteriormente il raggio di azione della mente brillante di Clara che però non abbandonò mai completamente la sua passione, dirottando su ciò che era compatibile e accettabile all’epoca per il suo ruolo di moglie e madre: iniziò a tenere conferenze dal tema La chimica in cucina e nei lavori domestici. Era sicuramente un ripiego che non poteva renderle giustizia.
«È sempre stato parte della mia attitudine il pensiero che una vita valga veramente la pena di essere vissuta se si fa pieno uso delle abilità che si possiedono e si prova ogni tipo di esperienza che la vita umana ha da offrire.» Ma nemmeno la sua frustrazione era sufficiente a spingerla fino al gesto estremo, il suo fu un atto di eroismo che raramente si può attribuire a un suicidio.
Il marito lavorava alla sintetizzazione dei gas a base di cloro. Con lo scoppio della prima guerra mondiale i suoi studi vennero indirizzati a contribuire allo sforzo bellico. Nonostante Clara fosse pacifista e apertamente contraria al lavoro del marito, Fritz produsse diversi gas asfissianti. Il suo “gas mostarda” (tioetere del cloroetano) esordì il 22 aprile 1915 nella battaglia di Ypres sterminando cinquemila persone in soli dieci minuti, mentre egli dirigeva l’azione sul campo.
Il suicidio era l’unico gesto che Clara avesse a disposizione per dissociarsi completamente dalle azioni del marito. Il pensiero di aver contribuito in parte alla creazione della prima arma di distruzione di massa, seppur senza averne coscienza, le risultava intollerabile. Lo era altrettanto vivere accanto a chi si dimostrava apertamente soddisfatto dei risultati atroci che aveva ottenuto. Come donna non aveva possibilità di creare per sé una vita lontana dal marito con il quale non condivideva più nulla; Clara ha adottato l’unica soluzione alla quale aveva accesso per far sentire la sua voce. L’orrore scatenato in lei dalle azioni dell’uomo che aveva amato l’hanno spinta a percorrere l’unica via che non l’avrebbe resa complice. Scrisse diverse lettere in cui spiegava dettagliatamente le sue motivazioni ma non furono mai ritrovate. Il suo gesto venne soffocato in una coltre di silenzio, la stessa che ancora oggi copre le gesta eroiche di molte donne.
Oggi come allora, troppe donne non trovano una soluzione per lasciare il marito che le opprime, o che semplicemente non amano più. In una vita degna di essere vissuta, ogni essere umano dovrebbe avere il diritto di poter scegliere per se stesso e secondo le sue inclinazioni o aspettative. Una società in cui ogni individuo possa definirsi libero deve necessariamente costituirsi sulla base del rispetto reciproco che conduce naturalmente a quella parità che difficilmente otterremo con leggi, limitazioni e divieti.
Erna Corsi
Foto in alto: una scena dal film “Clara Immerwahr”, (2014) – thevision.com
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