La poesia rende il mondo migliore. Fa emergere emozioni. Come l’ossigeno, ci fa vivere, apre l’orizzonte, offre speranza.
Questa settimana mi sono regalata una piacevolissima chiacchierata telefonica con Anna Martinenghi. Ci siamo trovate molto in sintonia parlando della fortuna di poter dedicare il proprio tempo a quello che appassiona. Abbiamo parlato di bellezza, e di quanto ce ne sia bisogno sempre. E naturalmente abbiamo parlato di poesia.
La protagonista di questa domenica mi ha raccontato che non si sente a proprio agio quando viene definita poeta; preferisce essere considerata una “cercatrice di poesia”. Poesia che trova soprattutto nei piccoli gesti, nella quotidianità, nella semplicità. È l’insegnamento che ha ricevuto da Maria Luisa Spaziani e Alda Merini, donne straordinarie, oltre che poete, che ha avuto il privilegio di conoscere. La chiave per entrare nel profondo, arrivare al cuore, è l’essenzialità e quando si scrive è meglio togliere piuttosto che aggiungere.
Anna Martinenghi ha avuto buone maestre sin da piccola, e non solo a scuola. La mamma lavorava e il pomeriggio lei e la sorella andavano dalle vicine di casa, tre insegnanti in pensione che le hanno trasmesso la passione per la lettura e le parole. È anche grazie a loro che ha iniziato a scrivere e a dodici anni ha ricevuto il suo primo riconoscimento: il giornale locale ha pubblicato una sua poesia. Non usa la punteggiatura perché ama il verso totalmente libero. La poesia, una volta scritta, appartiene a chi la legge e ogni persona trova il suo personale significato di quei versi.
Come ho scritto domenica scorsa Anna Martinenghi è stata segnalata, ha partecipato e ha vinto diversi concorsi. Mi piace ricordare oggi quelli più simbolici. Nel 2007 ha vinto il concorso indetto dalla casa editrice Edizioni Cinquemarzo di Viareggio e ha pubblicato la sua prima raccolta in versi liberi, Didascalie. Ha vinto Poetika 2019 a Verbania e ha ricevuto il premio dalla figlia di Alda Merini, Emanuela Carniti Merini. Nel 2021, con la lirica Fate conto di essere matti, ha vinto il Premio Letterario Bukowski, nella sezione Poesia Inedita.
La lirica che proponiamo oggi è tratta dalla raccolta O2. Ossigeno, Giovane Holden Edizioni. I suoi versi racchiudono il significato che ha sempre avuto per me la poesia, anche se non trovavo le parole per esprimerlo così chiaramente. La poesia è luce! Grazie alla poesia, che ha la capacità di rischiarare parti di noi, quelle che magari non vediamo perché sono nascoste, nell’ombra, entriamo in contatto con la nostra profondità, senza timore, senza ansia, perché è stata illuminata. La poesia è un posto bellissimo in cui abbandonarsi.
Ascoltiamo ora L’interruttore, con le immagini suggestive del video realizzato da Debora Menichetti.
Serena Betti
In alto: Anna Martinenghi
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L’interruttore
La vita è una poesia
che non comprendo
la sento
non sempre la capisco
specie nelle ore oscure
Mi faccio setaccio
lascio passare
solo quel che conta
ma sono io
a dover passare
a lasciarmi comprendere
Perché
se c’è poesia
c’è un interruttore
che accende luce
da qualche parte
L’ho sentita nel ultima puntata di un podcast che seguo assiduamente dal titolo lennycast, con piacere ho scoperto che ha deciso di collaborare con loro. Quindi incuriosito ho fatto delle ricerche per capire chi fosse Anna Martinenghi, mi si è aperto un modo, mi piace il suo stile poetico, giocosamente profondo e non banale. O2, ossigeno sarà il mio prossimo acquisto.
Luca C. Milano