Tanti libri per raccontare un mondo spesso poco conosciuto che a Firenze hanno trovato casa alla Biblioteca Comunale Mario Luzi.
Dal quarto numero de L’Altro Femminile, donne oltre il consueto, scarica il PDF della rivista o sfogliala online.
I libri che trattano l’affido familiare o che lo raccontano a grandi e piccini sono molti e di tipologie diverse. Partendo dagli albi illustrati per bambini, passando ai romanzi per ragazzi e per adulti fino a saggi e testimonianze delle diverse figure professionali che abitano questo mondo spesso poco conosciuto. Piuttosto che scegliere un solo libro ho preferito proporre una rapida carrellata di quelli che mi hanno particolarmente colpita, senza addentrarmi in testi dal profilo più specialistico. La scelta è stata anche dettata dall’esigenza di far comprendere come si tratti di una realtà che può assumere infinite sfumature, proprio perché vede rappresentate le vite di bambini, ragazzi e adulti. Ognuna di esse è unica e irripetibile e non solo per l’esordio di solito non troppo felice. Alcune storie hanno un lieto fine, altre meno ma «questo è se vi pare.»
Zia Mame
Una brillante testimonianza di come l’affido sia sempre esistito, anche prima che il diritto lo definisse giuridicamente, è Zia Mame (Adelphi) di Patrick Dennis, ambientato nell’America degli anni ‘20. Immaginate che vostro padre vi dica che, in caso di sua morte, vi capiterà la peggiore delle disgrazie possibili, essere affidati a una zia che non conoscete. Immaginate che vostro padre – quel ricco, freddo bacchettone – poco dopo effettivamente muoia nella sauna del suo club. Immaginate di venire spediti a New York, di suonare all’indirizzo che la vostra balia ha con sé, e di trovarvi di fronte una gran dama leggermente equivoca, e soprattutto giapponese. Ancora, immaginate che la gran dama vi dica «Ma Patrick, caro, sono tua zia Mame!» e di scoprire così che il vostro tutore è una donna che cambia scene e costumi della sua vita a seconda delle mode, che regolarmente anticipa. A quel punto avete solo due scelte: fuggire in cerca di tutori più accettabili o affidarvi al personaggio più eccentrico, vitale e indimenticabile che uno scrittore moderno abbia concepito.
Il nostro momento imperfetto
Come zia Mame, anche Alessandra, la protagonista de Il nostro momento imperfetto (Garzanti) di Federica Bosco, non aveva previsto che l’affido diventasse parte della sua vita, ma talvolta succede che il destino scompigli un po’ le carte. Alessandra credeva di avere tutto sotto controllo: il lavoro, la famiglia, un uomo solido al suo fianco, un’esistenza senza scossoni che, varcata la soglia dei quarant’anni, le regala una stabilità a lungo desiderata. Finché un colpo di vento inaspettato travolge tutto e si ritrova a doversi occupare di due nipoti. La nostra protagonista si troverà a dover prendere una decisione che non era mai rientrata nei suoi programmi, scoprendo che a volte la felicità risiede nella magia di un momento imperfetto.
Un altro posto a tavola
C’è chi invece all’affido sceglie di dedicarsi in modo professionale, come si legge nella testimonianza di Kathy Harrison in Un altro posto a tavola (TEA). È la storia della sua famiglia, dei figli naturali, adottivi e dei moltissimi bambini in affido per i quali, anche in situazioni di emergenza, nel corso degli ultimi tredici anni Kathy ha aggiunto un posto a tavola. Bambini che arrivano perché la loro vita è spezzata, che nel giro di poche ore hanno perso tutto ciò che li ancorava alla loro identità e ai quali Kathy prova a offrire loro una piccola isola sicura.
La libraia
Se invece credete nella magia dei libri non perdetevi La libraia (Ed. San Paolo) di Fulvia Degl’Innocenti, la storia di Lia, ragazza ribelle dalla vita complicata alla quale viene offerta un’ultima possibilità da parte dei servizi sociali. Per sapere se e come l’incontro con la misteriosa libraia a cui verrà affidata riuscirà a trasformare la sua vita non avete che da leggere questo piccolo capolavoro di poesia.
Quasi a casa
Altro esempio di adolescenti in affido è quello raccontato dalla penna di Elena Moretti in Quasi a casa (Mursia), ambientato in una malga sperduta fra i monti dove un’anziana e stramba signora accoglie Adrian e altri ragazzi arrabbiati con il mondo, per offrire a loro e a se stessa nuove prospettive di vita. Una lettura appassionante e mai patetica di un’insolita genitorialità.
E tu mi vorrai bene?
Un esempio di affido spesso ricorrente è quello di Lucy, narrato da Cathy Glass in E tu mi vorrai bene? (Tre60). Nonostante le segnalazioni degli operatori, Lucy deve attendere di avere otto anni per essere accolta nella famiglia dell’autrice, dove porterà con sé tutte le difficoltà di una vita che non è quella a cui ogni bambino avrebbe diritto. Molto spesso queste realtà restano nascoste fra le mura domestiche, fra i silenzi di chi vede ma non ha il coraggio di denunciare, fra le pieghe di una burocrazia che imprigiona in un’infanzia negata quando altre soluzioni sono possibili.
Un albero al contrario
Un albero al contrario (Rizzoli) di Elisa Luvarà è invece la storia di un gruppo di ragazzini un po’ folli, dolcissimi e intensamente umani che vivono in una comunità. Ginevra arriva con due grossi sacchi neri e dentro c’è tutta la sua vita di undicenne: giocattoli, vestiti e quaderni accumulati in anni passati tra istituti e famiglie affidatarie, in cerca di un posto da chiamare “casa”. Con la signora Tilde, con Verde, sua compagna di stanza, con Bao Kim che non sa parlare bene, ma ha sempre voglia di ridere e giocare, Ginevra sente di non essere sola: in comunità tutti hanno storie dure alle spalle, ma insieme si fanno coraggio, e quando si ritrovano intorno al tavolo sanno che è a questo, in fondo, che serve una famiglia. Un romanzo toccante e vitale che insegna a sperare.
Paola Giannò
In alto: foto di Valeria Boltneva su Pexels
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