Il nuovo libro di Romana Petri narra la vita del celebre scrittore, autore de Il piccolo principe svelando particolari che dovevano rimanere nell’ombra.
Rubare la notte (Mondadori, 2023) della scrittrice Romana Petri è stato presentato per il Premio Strega da Teresa Ciabatti, anch’essa finalista nelle scorse edizioni, con queste parole: «Petri compie il gesto letterario di dissacrare l’infanzia intesa come luogo e tempo d’innocenza». Il romanzo è in realtà una biografia ben confezionata, che svela l’essenza di un autore, Antoine De Saint Exupéry, che a maggior parte di noi ha conosciuto solo attraverso il suo scritto più celebre: Il piccolo principe.
Nella sua infanzia senza padre il piccolo Tonio – così viene chiamato in famiglia – si rivela un bambino dispotico e sognatore. Sempre perso nei suoi pensieri e nelle sue invenzioni più disparate, viene assecondato e accontentato in ogni richiesta, anche la più assurda. La madre chiama il piccolo Tonio “Re Sole”, a sottolineare la sua supremazia, se mai ci fosse ancora qualche dubbio in merito. Legato alla madre in modo morboso, mantiene questo legame immutabile nel tempo anche negli anni dell’adolescenza e dell’età adulta.
La passione per il volo sarà l’unica motivazione a spingerlo ad allontanarsi da lei ma solo con il corpo, con il cuore e con la mente, mai. Crescendo diventa un uomo scostante e completamente concentrato solo su se stesso. La sua idea di corteggiamento è comportarsi come uno stalker, seguendo la sua preda fissandone le sottane finché la poverina non se ne avvede. Si sposa per capriccio, senza convinzione e non con la donna di cui si era invaghito da ragazzo, anche se probabilmente non si è innamorato mai, troppo preso da sé.
Veniamo così a sapere che la rosa di cui il piccolo principe si prende cura sul suo piccolo pianeta lontano per l’autore simboleggia solo la madre. Egli stesso è sia l’adulto aviatore che il principe bambino, in linea con la sua egocentrica visione del mondo. Nell’arte vi è sempre una componente nascosta che non va svelata. Lo studio, le ispirazioni più varie, le tecniche e le successive variazioni possono essere interessanti per gli addetti ai lavori o per i più appassionati seguaci.
Godere di un’opera non implica necessariamente questi approfondimenti. In teatro non si buca mai la quarta parete (quella fittizia che separa gli attori dal pubblico) a meno che questo non abbia uno scopo preciso; in questo caso la vita dell’autore non fa che impoverire di significati un testo simbolico come Il piccolo principe. Mi trovo nel mezzo di una rilettura di questo libro che ho sempre amato, ma dovrò sforzarmi di dimenticare quanto scritto da Romana Petri in Rubare la notte per poter tornare ad apprezzarlo come prima.
Erna Corsi
In alto: Romana Petri foto di Peter H
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