La poeta polacca ha scritto solo nove volumi di poesia in oltre trent’anni, ma ha lasciato un segno indelebile nella letteratura.
Come si legge sul risvolto di copertina di Vista con granello di sabbia, il libro da cui è stratta la poesia che presentiamo oggi, «[…] la poesia di Wisława Szymborska, nella sua piena limpidezza e ingannevole semplicità esige, per essere percepita, un orecchio molto fine. E al tempo stesso si può dire di lei che raramente un poeta moderno è riuscito a parlare di temi proibiti, perché troppo battuti, con tale impavida sicurezza di tocco […]»
Insieme alle immagini del video realizzato da Debora Menichetti vi lasciamo ora all’ascolto di Vestiario.
Serena Betti
Foto in alto: Wislawa Szymborska
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Vestiario
Ti togli, ci togliamo, vi togliete
cappotti, giacche, gilè, camicette
di lana, di cotone, misto lana,
gonne, calzoni, calze, biancheria,
posando, appendendo, gettando su
schienali di sedie, ante di paraventi;
per adesso, dice il medico, nulla di serio,
si rivesta, riposi, faccia un viaggio,
prenda nel caso, dopo pranzo, la sera,
torni fra tre mesi, sei, un anno;
vedi, e tu pensavi, e noi temevamo,
e voi supponevate, e lui sospettava;
è già ora di allacciare con mani ancora tremanti
stringhe, automatici, cerniere, fibbie,
cinture, bottoni, cravatte, colletti
e da maniche, borsette, tasche, tirar fuori
– sgualcita, a pois, a righe, a fiori, a scacchi –
la sciarpa
riutilizzabile per protratta scadenza.