3 libri di Isabel Allende fra calde atmosfere sudamericane e fredda realtà

Nel giorno del compleanno della celebre autrice lasciamo spazio alle sue parole, che tanto ci hanno incantato ieri come oggi.

La scrittrice e giornalista cilena Isabel Allende, naturalizzata statunitense nel 2003, è nata a Lima il 2 agosto 1942. Festeggia oggi il suo ottantunesimo compleanno e noi la celebriamo proponendo a voi tre dei suoi libri che l’hanno resa così famosa. 

La casa degli spiriti è il suo primo romanzo (La casa de los espíritus, 1982; edizione italiana Feltrinelli, 1983) che ha diffusione internazionale e diventa presto un bestseller. Nel Cile tormentato dalla situazione politica instabile, la storia si snoda attraverso la vita di quattro generazioni di donne della stessa famiglia: Nivea, Clara, Blanca e Alba. Ognuna, con le sue peculiarità, affronta con carattere un momento storico differente. 

«Clara abitava un universo inventato da lei, protetta dalle avversità della vita, dove la verità prosaica delle cose materiali si confondeva con la verità tumultuosa dei sogni, nei quali non sempre funzionavano le leggi della fisica e della logica.»

Eva Luna (1987, edizione italiana Feltrinelli, 1988), seguito poi da Eva Luna racconta (Cuentos de Eva Luna, 1989; edizione italiana Feltrinelli, 1990), è un romanzo sorprendente. Almeno lo è stato per me, quando lo lessi, molti anni fa. La vita di una donna rimasta orfana in giovane età si dipana fra svariate abitazioni e numerosi incontri che, anziché indebolirla, arricchiscono il suo essere con incredibili esperienze.

«La sua giovinezza eccessiva costituiva per il momento l’unico difetto, ma questa è cosa da cui guariscono tutti.»

Il romanzo autobiografico Paula (1994; edizione italiana Feltrinelli, 1995) credo sia per Isabel Allende un romanzo di svolta. Chi scrive porta sempre fra le righe una parte della propria esperienza ma perdere una figlia non può che modificare l’intero sentire di una donna. Un testo forte e coinvolgente, scritto con grande coraggio. 

«Un giorno in più di attesa, uno in meno di speranza. Un giorno in più di silenzio, uno in meno di vita. La morte vaga per i corridoi e il mio compito è di distrarla perché non trovi la tua porta.»

Erna Corsi

Foto in alto: www.altaonline.com

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