«Necessario è promuovere l’arte donna in quanto il disequilibrio è ancora molto evidente con le opportunità che l’uomo riceve.»
Quando sono utilizzati come si deve, internet e i social sono uno strumento eccezionale di scoperta e contatto. È stato così che un artista bresciano ha scoperto L’Altro Femminile e si è messo in contatto con me, facendosi a sua volta conoscere. Arteiu Azizian è musicista, produttore, compositore, autore e cantante e ha trovato nella dimensione femminile una spinta artistica genuina e d’ispirazione. Inutile dirvi che mi ha incuriosita moltissimo e ho trovato la sua produzione, sia nei panni di autore che di editore, di notevole pregio. Di seguito l’intervista.
Come si è avvicinato al mondo della musica?
«La necessità di comunicare mi ha avvicinato alla musica nel 2008-2009, in età adolescenziale, durante le superiori. Le prime pubblicazioni caserecce le ho messe su Myspace e in seguito Youtube, a quell’epoca usavo il nickname Fastio dove esternavo ciò che mi dava fastidio. In seguito, tra il 2011 e il 2012, è diventato Arteiu.
Come ha mosso i suoi primi passi?
«Nell’ambiente bresciano sono stato tra i primi a usare l’autotune quando ancora questo strumento non era in voga e soprattutto era mal visto e quindi dovevi farne un uso contenuto, specie in una città così tradizionalista come Brescia. Vedevo Milano con gli occhi della speranza, purtroppo però inserirsi non è facile se non vivi questa metropoli quotidianamente. Il mio rap è sempre stato vicino al parlato, con un flow tenue e parole riflessive per la maggiore. A metà anni 2000 l’ambiente urban era molto selettivo, dovevi rispettare certi canoni e lo spazio per le sperimentazioni, a differenza di oggi, era molto ristretto. C’era però attenzione maggiore alle nuove uscite e queste dinamiche macchinose “da algoritmo Spotify del venerdì” non esistevano. Chi come me si approcciava in età giovane lo faceva davvero unicamente per passione, la passione che poi sarebbe diventata magari un lavoro, o magari sarebbe restata solo un sogno innocente. Oggi ho l’impressione che molti giovani siano eccessivamente attaccati al denaro e all’apparire e quindi appena debuttano mostrano già molto materialismo. Inoltre c’erano i confini: oggi la linea di demarcazione tra influencer e artista musicale molto spesso non c’è; a quell’epoca chi faceva rap invece faceva solo rap, non da testimonial ad altre cause.»
Cosa motiva la sua arte? Cosa le dà ispirazione?
«Quando scrivo e canto sono motivato dal mio vissuto, da ciò che osservo, che mi colpisce, e anche da concetti astratti. Quando mi trovo in veste di produttore è interessante come il processo sia maggiormente variegato: cerco di proporre al prossimo la base o le basi che possono essere in linea con il percorso artistico. Capita che se si collabora con continuità sia la persona a propormi nuove idee, così le sviluppiamo insieme magari partendo da un testo già esistente. Apprezzo che spesso mi venga chiesto perché faccio musica e con che finalità. Sono sempre dell’idea che fare arte elevi lo spirito in un’altra dimensione in cui l’irrazionalità prende il sopravvento, perciò definire degli schemi sul perché si sceglie un suono, una parola, una direzione in generale è impossibile, ogni volta il processo creativo è diverso ed è questo che rende l’arte affascinante.»
Ci parli dei suoi lavori musicali.
«Negli anni ho spaziato molto negli stili; ricordo ad esempio, sotto pandemia nel 2020, di aver rilasciato il mio primo e unico album strumentale Grati(s)ficazioni, un viaggio nell’estetica sublime dell’arte musicale nelle sue varie forme senza l’uso della parola. Anche in Nuvi0landia EP e Nuvi0landia.. Ev0luzione… del 2022, in coppia con la cantautrice bresciana Nuvi0la, si denotano delle sperimentazioni, io con le basi lei con le voci e testi. Passiamo dall’elettropop del primo EP ad aperture stilistiche nell’album successivo dove introduciamo anche la musica suonata. Faccio un salto indietro di dieci anni, al 2012, al mio primo EP come Arteiu dal titolo Storie Infinite. Prendendo spunto dal romanzo da cui è stato preso il mio nome, tra rap e rnb ricordo che a quei tempi la mia ispirazione principale era l’artista canadese Drake. Lui era il modello per le persone come me che non riuscivano ad ascrivere la propria musica in un genere unidirezionale, ogni pezzo doveva aver qualcosa di diverso e lui è stato tra quelli che più mi ha ispirato, grande anticipatore degli stili nella sua prima parte di carriera mainstream. In seguito il periodo 2013-2015 è caratterizzato principalmente da una direzione musicale più hip-house / dance-pop alla Pitbull-Flo Rida; in questo periodo ho fatto girare i primi video musicali cimentandomi anche nella direzione dei lavori. Il resto della storia la lascio a chi ha curiosità di approfondire. Trovate tutto online tra articoli vari e profilo Spotify e YouTube.»
Come si trova a collaborare artisticamente con le donne?
«La creatività donna mi motiva per gusto stilistico, trovo infatti le voci femminili più vicine alla mia intimità. Per di più la comunicazione con il sesso femminile è sempre costruttiva: noto molta precisione e organizzazione. Questo mi affascina e mi spinge a collaborare. I confronti sono trasparenti, c’è sempre da imparare anche da chi ha preso il microfono in mano l’altro ieri. Necessario è promuovere l’arte donna in quanto il disequilibrio è ancora molto evidente con le opportunità che l’uomo riceve, con questo non intendo denigrare il mio stesso mondo ma sono convinto sia primario offrire pari condizioni e opportunità.»
Il suo ultimo lavoro, Women’s Empowerment – 3in1, è un branolibro che unisce musica e audiolibro nel quale racconta la rinascita della donna. Come è nata questa idea artistica?
«La Women’s Empowerment – 3in1 è stata l’esperienza tra le più formative del mio cammino, sia perché ho scelto da subito di espormi al femminile, sia per la versatilità che questo branolibro presenta negli stili. Nel branolibro viene esaltata l’indipendenza come urgenza collettiva esortando ogni donna alla libertà emotiva ed economica. Questo discorso dell’autonomia l’ho preso anche dalla proiezione che ho fatto quando mi sono immedesimato in una donna che vive nella sofferenza costante.»
E cosa possono fare gli uomini per sostenere le donne nella battaglia della parità dei diritti?
«Fondamentale è l’unione del mondo maschile con quello femminile, lo yin e lo yang, per supportare le cause in ampio raggio. L’uomo dovrebbe essere da supporto per la donna incoraggiandola a esporsi liberamente in prima linea senza sentirsi giudicata e gestita. La strada per l’affermazione dell’imprenditoria femminile rimane un passo davvero decisivo per la crescita della comunità globale, dove purtroppo la donna è stata esclusa in più ambiti per troppo tempo. La comunicazione tradizionale (radio, tv e giornali) si sta aprendo sempre di più a queste tematiche ma serve soprattutto il dialogo dal vivo, nei rapporti interpersonali, e noto con fiducia che le nuove generazioni sono molto attente a queste tematiche sensibili.»
Parliamo di progetti futuri. Sta lavorando a qualcosa di nuovo?
«Seguite EcletticArte (la community creativa di riferimento di cui faccio parte) e il mio Instagram per aggiornamenti, per le canzoni in produzione e altri progetti.»
Serena Pisaneschi
Foto in alto: Arteiu Azizian, foto di Massimiliano Le Pera (Le Pera Photography)
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