Lisetta Carmi: la donna che ha costruito un ponte tra musica e fotografia

lisetta carmi - suonare forte
«Ho sempre cercato di dare voce ai più poveri, agli sfruttati, a coloro che non hanno diritto né di vivere né di parlare.» Talento e impegno sociale.

Lisetta Carmi è la donna che con la macchina fotografica ha dato voce ai poveri, agli sfruttati, «a coloro che non hanno diritto né di vivere né di parlare». Nella mia Top Ten estiva ho proposto la mostra Lisetta Carmi – Suonare forte allestita a Villa Bardini a Firenze, dove resterà fino all’8 di ottobre. Il mio non era solo un suggerimento, ma anche un proposito e qualche giorno fa sono andata a visitarla.

Nata nel 1924 a Genova da una famiglia di origine ebraica, Lisetta Carmi a dieci anni si è avvicinata alla musica e alla fine della Seconda guerra mondiale si è laureata in pianoforte al conservatorio di Milano. I suoi concerti in giro per il mondo riscuotevano molto successo e per lei si prefigurava una brillante carriera da pianista, ma inaspettatamente, nel 1960, la sua vita prese un’altra strada.

La partecipazione a uno sciopero generò un dissidio con il suo maestro che, preoccupato per incidenti che avrebbero potuto mettere a rischio le sue esibizioni, le impose di rinunciare all’impegno politico. Messa di fronte a questa scelta, Lisetta decise di abbandonare la musica e iniziò a viaggiare in compagnia di una macchina fotografica. Il resto è storia.

Ogni scatto realizzato in Venezuela, Messico, Colombia, Afghanistan, India, Nepal, Pakistan mostra la sensibilità del suo sguardo. Famosi sono i suoi reportage nel porto di Genova per testimoniare il lavoro dei camalli, o le immagini degli operai tra le colate dell’acciaio all’Italsider. Nei suoi viaggi spesso la sua attenzione è stata rivolta alle donne: le immagini delle prime operaie nei sugherifici in Sardegna sono particolarmente espressive e dense di significato e molto cruda e viva è la sequenza fotografica in cui protagonista è una donna durante il parto.

Lisetta Carmi - Sardegna
Lisetta Carmi, operaie nei sugherifici in Sardegna

Nel 1965 incontrò la comunità dei “travestiti” che frequentavano il ghetto ebraico: per sei anni Lisetta fotografò la loro quotidianità, entrando nelle loro case e portando alla luce una realtà che tutti conoscevano, ma che era molto scomoda per l’epoca. Le sue foto vennero raccolte in un libro che, però, fu rifiutato dalle case editrici perché il contenuto era ritenuto troppo scabroso.

Nel 1966 vinse l’edizione italiana del Premio Niépce con i ritratti di Ezra Pound che realizzò nella residenza del poeta a Sant’Ambrogio di Zoagli. Umberto Eco motivò l’assegnazione del premio con queste parole: «La sequenza di Lisetta Carmi dice di Ezra Pound molto più di tutti gli articoli scritti su di lui, la sua complessità e natura straordinaria.»

Significativa la sezione di fotografie realizzate nel cimitero di Staglieno in cui la fotografa, in netto anticipo sui tempi, evidenzia il desiderio patriarcale della borghesia di eternarsi nel marmo affermando il potere maschilista.
Nel 1976, durante uno dei suoi viaggi in India, l’incontro con il maestro yogi Babaji produsse un importante cambiamento nella sua vita. Rientrata in Italia acquistò un trullo a Cisternino e fondò un Ashram per diffondere gli insegnamenti del suo maestro.

Lisetta Carmi - Cimitero
Lisetta carmi, cimitero di Staglieno

Lisetta Carmi ha lasciato la terra il 5 luglio dell’anno scorso all’età di novantotto anni dopo una vita molto intensa. Interessante a questo proposito la video-intervista che permette di scoprire momenti particolari della sua biografia, realizzata nel 2017 da Giovanni Battista Martini nella casa di Cisternino, in Puglia, dove Lisetta ha vissuto gli ultimi anni della sua vita.  Nonostante non sia molto conosciuta è una fotografa con una straordinaria sensibilità ed è a pieno titolo una donna oltre il consueto.

Nel 2016, durante un viaggio in Puglia sono andata a vedere la sua casa: ho immaginato e ammirato dentro di me questa donna di ottant’anni che ogni giorno sale e scende le scale ripide che portano al suo appartamento, ma non ho avuto il coraggio di salire. Solo visitando la mostra ho visto cos’avrei trovato sulla sua porta: Lisetta Carmi, suonare forte.

Serena Betti

Foto in alto: Lisetta Carmi

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