«Poeta curiosa e sempre pronta a mettersi in gioco, dedita a una febbrile attività di scrittura e riscrittura dei suoi versi.» Milo De Angelis
Il mondo della poesia femminile è vasto e complesso proprio come le vite delle poete stesse. Protagoniste della loro poesia, la usano come mezzo per cercare la verità della propria esistenza, riflettere su se stesse, indagarsi. Una verità che spesso ha fatto emergere le loro interiorità scomode e controverse.
Potrei citarvi alcune di loro, di cui abbiamo già parlato nella nostra rubrica: Antonia Pozzi, Amelia Rosselli, Sylvia Plath, Anne Sexton le cui vite sono accomunate dal compiersi di un atto estremo, tragico, come quello del suicidio. In realtà ciò che le unisce davvero è il loro linguaggio genuino e schietto che ha dato vita a una poesia autentica e libera da stereotipi. Ognuna di loro ha raccontato, ha osato, ha vissuto ogni parola che ha scritto con l’intento di dare un ordine alla propria esistenza.
A queste poete vorrei aggiungere Nadia Campana. Durante il suo percorso universitario e anche dopo Nadia si immerge nella lettura dei versi di queste scrittrici cercando di instaurare con loro un rapporto di sorellanza letteraria. Per lei saranno figure di riferimento, fondamentali per la sua formazione poetica. Con loro, purtroppo, condivide anche un bipolarismo poetico e il tragico epilogo del suicidio dopo mesi di disperato travaglio interiore.
La poesia di Nadia Campana riflette la sua interiorità controversa e frammentata. I suoi versi sono pieni di colori, di suoni, di passione, d’amore e di erotismo, ma anche di solitudine e stanchezza. I sentimenti che esprime con i suoi componimenti sono discordanti, passano da momenti di spossatezza a momenti di euforia. Ed è proprio questa poetica bipolare che la rende unica e autentica nel suo genere.
Nadia Campana ha voluto legare il suo nome a Emily Dickinson, con l’idea che il traduttore «è parte della grande poesia perché entra nel flusso della sua sopravvivenza», è costruttore di ponti da un luogo all’altro e da un tempo all’altro. Si dedicò, infatti, alla traduzione di poesie inedite di Emily Dickinson raccolte in Le stanze d’alabastro.
Tutta la produzione poetica di Nadia Campana è stata raccolta in due libri Visione postuma e Verso la mente curati da Milo De Angelis e Giovanni Turci.
Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti legge una poesia di Nadia Campana. Buon ascolto.
Debora Menichetti
Foto in alto: Nadia Campana
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Guardiamo dalla cima del monte
il filo di calma che è nato
del mio petto tu conti ogni grano
e ogni cuore si prende di colpo
il suo tempo: un amore
è tornato e si è accorto
il suo disco ci copre.
Adesso tu devi guardarmi
per quella collana di sì
nella mia pelle che apre
la piana la strada
e i fondi della notte
i centesimi della sete.