Un movimento sociale nato in Israele per le mamme di tutto il mondo. Come tornare a fare sport e divertirsi insieme fra donne.
Mamanet è un movimento nato agli inizi degli anni Duemila in Israele che usa il gioco del cachibol come pretesto per uno scopo sociale. È rivolto alle donne ed è stato pensato per riportarle, soprattutto se mamme, in palestra. Le donne da giovani praticano sport, ma spesso lo abbandonano molto presto, magari con la maternità. Chi ha fatto sport quando poi torna a praticarlo riscopre tutte le sensazioni di un tempo.
Il cachibol è una fusione fra pallavolo e palla rilanciata. Le regole sono le stesse della pallavolo con sei giocatrici per campo e con il libero come settima giocatrice. La palla non la si può far rimbalzare o rilanciare subito come nella pallavolo, deve essere fermata per un secondo e poi ripassata. La schiacciata, il muro e il servizio sono le stesse della pallavolo.
Scopo principale di Mamanet è far divertire stando insieme, anche perché sia spiegarlo che impararlo è davvero velocissimo. Un attimo dopo essere entrati in palestra si è già in grado di giocare. Con Mamanet le donne tornano a fare sport e, soprattutto, escono di casa. Quando è nato in Israele una ventina di anni fa la donna che si sposava e aveva figli non riusciva più ad avere spazi e momenti da dedicare a sé stessa. Grazie a Mamanet ha potuto farlo insieme ad altre donne, divertendosi e facendo sport.
Mamanet si basa sull’attività sportiva ma in realtà è un movimento e teoricamente non dovrebbe prevedere agonismo. Con due squadre che entrano in campo però è difficile che non scatti un po’ di sana competizione, ma qui l’importante è non perdere di vista la correttezza e la lealtà. Il fairplay, infatti, è premiato da un cartellino verde. Questo atteggiamento ha anche una valenza educativa nei confronti di papà e figlə che vedono la mamma in un contesto molto diverso da quello abituale.
Mamanet è arrivato in Italia grazie a Bruno Molea, Presidente nazionale di AiCs. Lo ha scoperto in occasione degli CSIT, i giochi mondiali amatoriali, e si è subito innamorato del messaggio che porta e di come viene vissuto. Insieme a Monica Zibellini, Responsabile Nazionale Mamanet Italia, lo hanno introdotto nel nostro Paese. Dal 2016 è presente anche a Firenze grazie all’impegno di Alessandra Gagliardi, responsabile Mamanet AiCS di Firenze e provincia e di Andrea Faggi, Presidente del comitato AiCs di Firenze.
All’inizio era rivolto alle donne over quarantacinque o mamme, ora invece il limite è sceso alle over trenta, ma quello che conta è che chiunque entri deve poter giocare. Alessandra Gagliardi è stata allenatrice ed è ancora giocatrice in una delle quattro squadre esistenti nei diversi quartieri della città. Oltre ai campionati provinciali ci saranno a novembre a Roma quelli italiani e si sono appena conclusi gli Csit con tutte le squadre italiane che hanno sfilato con grande emozione di tutte le partecipanti.
Gli allenamenti sarebbero due volte a settimana ma in realtà uno solo è obbligatorio, l’altro è facoltativo e aperto a tutti. Infatti molte non vengono per una questione agonistica ma per stare insieme, allenarsi e divertirsi. In quest’ottica sono infatti previsti giorni per allenamenti dedicati a chi gioca in squadra e altri che sono invece aperti a tutti. L’allenamento prevede prima la parte fisica, poi i fondamentali come il lancio, la battuta, la schiacciata e il muro per finire sempre inevitabilmente con la partita.
Nei suoi progetti per il futuro Alessandra Gagliardi vorrebbe che Mamanet aprisse le sue porte non solo alle donne fiorentine o italiane. L’idea sarebbe di portare questo progetto nelle scuole, di poter coinvolgere le mamme anche di altre culture e organizzare dei campionati fra i diversi istituti affinché lo sport possa essere uno strumento per l’inclusione sociale. Adesso non ci resta altro che andare ad approfondire la conoscenza di Mamanet e soprattutto a provare nella palestra più vicina, QUI potete avere i riferimenti che vi servono.
Paola Giannò
Foto in alto: Mamaet, cachibol dal profilo Facebook di ASD Roma Sports
© RIPRODUZIONE RISERVATA