Dall’amore per il folk a quello per Stephen Stills, una vita dedicata alla musica e alle lotte civili. A soli ventun anni il primo contratto con una major.
Nel 1969 Stephen Stills scrive una delle canzoni più importanti della sua carriera. Si tratta di Suite: Judy Blue Eyes, che finirà sul primo album del super-trio Crosby, Stills & Nash, diventando una hit immediata. È dedicata alla fidanzata cantautrice del chitarrista, l’artista folk Judy Collins, vera musa ispiratrice, dalla bellezza folgorante e dalla voce soave.
Gli esordi
Judy Collins nasce a Seattle nel 1939. Inizia ad avvicinarsi alla musica suonando il pianoforte e dedicandosi alla musica classica e da adolescente si innamora del folk revival e dell’attivismo politico che lo contraddistingue. Ascolta Woody Guthrie e Pete Seeger e aspira a entrare a far parte del circuito newyorchese dei folk-club. Possiede grazia e un’eleganza innata nella scrittura, e a soli ventuno anni firma già il primo contratto con una major e pubblica un disco di cover, rivisitando a modo suo alcuni brani di Bob Dylan, di Phil Ochs, di Jacques Brel.
Il successo
Il grande successo arriva nel 1967 con Wildflowers, il primo lavoro che evidenzia la sua qualità di cantautrice. Sposa tutte battaglie politiche del ‘68, la rivoluzione pacifista, la cultura hippie e si sposta a Los Angeles. I vecchi schemi delle relazioni sociali della cultura dominante sono saltati: i giovani americani scelgono la pace, si oppongono alla guerra in Vietnam, lottano per un mondo più equo e libero. Sono gli anni del suo legame amoroso con Stephen Stills, uno dei maggiori esponenti del folk rock, che suona anche nel suo bellissimo album del 1968 Who Knows Where the Time Goes. Il rapporto è burrascoso, ma molto profondo, tanto che i due non perderanno mai il loro legame nel corso dei decenni.
Gli anni ’70 sono quelli della sua maturità artistica: Judy Collins è una cantautrice rispettata, scrive canzoni di pace e speranza, si ispira ai poeti della Beat Generation e lascia un segno profondo con la sua incredibile capacità interpretativa. Passa dal folk al gospel con maestria, lavora a Broadway in grandi musical, vince un Grammy e diventa un modello per tutte le giovani cantautrici degli anni ’80, da Cindy Lauper a Barbra Streisand.
Arte, vita pubblica e attivismo
Judy Collins è anche una talentuosa scrittrice di novelle e racconti, senza dimenticare il suo attivismo politico e l’impegno per una distribuzione più giusta delle risorse sul pianeta. È diventata rappresentante dell’UNICEF e si batte per la soppressione dell’uso delle mine terrestri o navali.
Ha vissuto un grande dolore privato, il suicidio del figlio Clark, ma è riuscita trovare la forza per risollevarsi e intraprendere campagne di prevenzione nelle scuole americane, trattando i temi della depressione e del male di vivere, affinché i giovani imparino a chiedere aiuto. Nel 2022, ha pubblicato il suo ultimo album in studio contenente tutto materiale originale, intitolato Spellbound, e a ottantaquattro anni ha ricevuto un’ennesima nomination ai Grammy per la categoria Best Folk Album.
Nei suoi ultimi show appare elegantissima, non ha perso il fascino che l’ha sempre contraddistinta. Gli occhi blu della canzone di Stills sono ancora splendidamente magnetici, specchio di un animo sensibile e di una grande forza espressiva. Judy Collins è una cantautrice eccellente, sempre incisiva nel trattare temi contemporanei nel corso della sua lunga carriera e resta un importante punto di riferimento per tutte le artiste che a lei si ispirano.
Music
Suite: Judy Blue Eyes (Crosby Stills & Nash)
Both Sides Now
Spellbound
Elena Castagnoli
Foto in alto: Judy Collins dal profilo Facebook dell’artista
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