Mind the gap. Il racconto di oggi trae spunto da una storia vera, quella di una donna che ha saputo chiedere e ottenere qualcosa di importante.
Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.
Quella mattina, come ormai accade da tempo, Margaret si era alzata presto per uscire di casa in anticipo. Con passo svelto, quanto le permette l’età che avanza, si era recata alla più vicina stazione della metropolitana, quella di Embankment. Aveva scelto con cura una panchina libera e lì si era seduta, in attesa di veder passare alcuni treni sui quali non sarebbe salita. Ma qualcosa non era andato per il verso giusto: all’arrivo del primo convoglio era apparsa sul viso della donna un’espressione di stupore che si era tramutata presto in dolore.
Con le lacrime agli occhi aveva atteso impassibile di poter salire sulla prima vettura libera e si era recata al lavoro prima del solito, senza attendere oltre sulla banchina. Superato il primo momento di shock, la dottoressa McCollum scrisse poi una toccante lettera all’azienda dei trasporti di Londra spiegando nei dettagli l’accaduto e inoltrando una richiesta alla quale non sperava di poter ottenere un riscontro positivo. Contrariamente a ogni sua aspettativa fu ben presto accontentata.
Ancora oggi, se vi capita di utilizzare la Tube (la metro londinese), provate ad ascoltare l’iconico annuncio “Mind the gap” alla stazione di Embankment e confrontatelo con quello di qualsiasi altra stazione. Noterete che la voce non è la stessa. Da qualche anno, e precisamente da quella mattina che sconvolse la dottoressa Margaret McCollum, i messaggi diffusi nella metro vengono creati da una voce digitale, ma non più nella stazione di Embankment: solo lì, per lei, è stata ripristinata la vecchia voce originale, quella di suo marito Oswald Laurence, scomparso nel 2007.
Questa storia vera ha ispirato un cortometraggio diretto da Luke Flanagan intitolato Mind the Gap.
Erna Corsi
Foto in alto: elaborazione grafica di Erna Corsi
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