Gli scritti di Mary Wollstonecraft furono riscoperti dalle femministe solo nel ventesimo secolo, duecento anni dopo la sua morte.
«Le donne si trovano dovunque a vivere in questa deplorevole condizione: per difendere la loro innocenza, eufemismo per ignoranza, le si tiene ben lontane dalla verità e si impone loro un carattere artificioso, prima ancora che le loro facoltà intellettive si siano fortificate. Fin dall’infanzia si insegna loro che la bellezza è lo scettro della donna e la mente quindi si modella sul corpo e si aggira nella sua gabbia dorata, contenta di adorarne la prigione. Gli uomini possono scegliere attività e occupazioni diverse che li tengono impegnati e concorrono inoltre a dare un carattere alla mente in formazione. Le donne, invece, costrette come sono di occuparsi di una cosa sola e a concentrarsi costantemente sulla parte più insignificante di se stesse, raramente riescono a guardare al di là di un successo di un’ora. Ma se il loro intelletto si emancipasse dalla schiavitù a cui le hanno ridotte l’orgoglio e la sensualità degli uomini, insieme al loro miope desiderio di potere immediato, simile a quello di dominio da parte dei tiranni, allora ci dovremmo sorprendere delle loro debolezze.»
Queste parole sono tratte dal testo Rivendicazione dei diritti della donna di Mary Wollstonecraft e sono state scritte nel diciottesimo secolo. Nata a Londra 1759, filosofa e scrittrice, è stata la prima a portare alla luce la questione dei diritti delle donne, un secolo in anticipo rispetto alle lotte del femminismo.
Si è adoperata sistematicamente in difesa e a sostegno dei diritti di quello che allora veniva considerato non solo il sesso debole, ma praticamente inesistente. Da donna libera e indipendente, fu una madre single prima di sposare il filosofo William Godwin, precursore del pensiero anarchico. I coniugi vissero sempre in due case distinte, adiacenti.
Non ebbe un’esistenza facile: né lei né la sua opera ebbero mai molti riconoscimenti. Fu riscoperta dalle femministe solo due secoli dopo la sua morte che avvenne nel 1797.
Nella sua vita, seppur breve, Mary Wollstonecraft ci ha regalato i suoi scritti incredibilmente all’avanguardia per la sua epoca e una figlia ugualmente illuminata: Mary Shelley, autrice di Frankenstein a soli diciannove anni.
«Vorrei che le donne avessero potere non sugli uomini, ma su loro stesse.»
Erna Corsi
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