Il vento non ha confini, ci scompiglia i capelli ed è in grado di scuotere anche gli animi più fermi. Il vento, fonte d’ispirazione poetica.
Proprio così, il vento è da sempre grande fonte di ispirazione per poetə, filosofə e cantantə che ne hanno omaggiato la bellezza e l’energia nei loro versi. Emily Dickinson ne cattura l’essenza nei suoi versi: «Fra le vivaci braccia del vento. Se potessi insinuarmi.», mentre Alda Merini trova nel vento il riflesso di un amore perduto: «Forse dentro al vento è rimasto qualcosa del tuo amore.»
Anche per Nadia Campana il vento diviene ispirazione per i suoi versi, un vento a cui affida il compito di alimentare la fiamma della sua poesia dopo che l’avrà condotta in alto a bruciare nel cielo.
Dopo aver proposto suoi versi in autunno, ritorniamo ad ascoltare una poesia di Nadia Campana, ammirandone il suono e la bellezza delle parole interpretate da Serena Betti.
La poesia scelta è estratta dalla raccolta Verso la mente (Raffaelli Editore, 2014), un insieme di frammenti in cui la poeta tira fuori un io femminile giovane, inquieto, ombroso, talvolta euforico e allegro. Lasciamoci trasportare dalle sue parole come dal vento, permettendo ai suoi versi di toccare e risvegliare le parti più profonde del nostro essere. La capacità di Campana di trasmettere emozioni attraverso l’essenzialità delle sue parole ci invita a riflettere e a vivere la poesia come un soffio vitale che scuote e al contempo lenisce.
Per La poesia nel dì di domenica, Serena Betti legge per noi una poesia di Nadia Campana. Buon ascolto.
Debora Menichetti
Foto in alto: Nadia Campana
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dalla tua lingua soffia il vento
e riempi la stanza:
spirito di frutti, questa è
la fioritura del cervello
il mattino un blocco di futuro,
che mi hai dato in mano
come un cavo:
natura non esitare
ogni cosa è ancora fresca
la città emana il suo azzurro
infinito che dorme
dalla tua lingua mi soffi
in bocca il vento