A grande richiesta, tornano i consigli per l’estate della redazione de L’Altro Femminile, donne oltre il consueto. Enjoy!
L’estate è tempo di svago, di giochi e di spensieratezza. In spiaggia o in montagna, al lago o in collina si cerca un po’ di riposo e uno sprazzo di pace.
Pace.
Sarebbe bello poterla trovare così facilmente. La pace purtroppo è un’utopia in un mondo regolato dal profitto. Ma credo che, conoscendo davvero la guerra, tutti sarebbero propensi a ripudiarla in ogni circostanza. L’esperienza personale non è augurabile a nessuno ma ci sono molti modi per immedesimarsi con chi l’ha vissuta: farlo è un’esperienza unica, profonda e indispensabile.
Così, per quest’estate vi propongo una top ten forse un po’ insolita, ma ricca di spunti di riflessione.
Aggiustare l’universo di Raffaella Romagnolo (Mondadori, 2024). I bombardamenti degli alleati, le leggi razziali, gli espropri e le deportazioni, ma anche la solidarietà e la resistenza: non sono solo parole. In questo romanzo tutto è emozione forte, viva sulla pelle, che brucia come fuoco.
Venuto al mondo di Margaret Mazzantini (Mondadori, 2008). Negli anni ’90 del secolo scorso si è consumata una guerra che tutta l’Europa ha deliberatamente ignorato. Nei Balcani il conflitto armato è arrivato a livelli di crudeltà impensabili, e questo romanzo ci trascina sulle strade di Sarajevo, attraverso quei confini che nessuno osava più varcare.
La scelta di Sophie (1982) è un film diretto da Alan J. Pakula, tratto dall’omonimo romanzo di William Styron (Sophie’s Choice). Forse uno dei primi testi a occuparsi dei sopravvissuti all’olocausto. Sophie vive negli Stati Uniti ma nel suo passato si cela un segreto che le pesa sull’anima.
Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer (Guanda, 2005). Un romanzo che mi ha colpita come pochi altri, proprio per la sua capacità di accomunare tutte le guerre nel loro orrore, e tutti i dolori – immensi – che ne derivano e che sanno rimanere indelebili come nessun altro.
Schindler’s list, il film del 1993 diretto da Steven Spilberg. Chiunque può riconoscere fra mille il cappottino rosso della bimba che è divenuto l’icona di questa pellicola. L’interpretazione magistrale di Ralph Fiennes ci consente di conoscere la vera ideologia nazista che ha portato a compimento un progetto tanto grandioso quanto inumano.
La mia top ten prosegue con Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds), un film del 2009. Nella pellicola di Quentin Tarantino la giovane Shosanna Dreyfus sfugge alla cattura dei nazisti per nascondersi sotto falsa identità e tramare un leggendario piano per porre fine alla loro tirannia.
Il diario di Anna Frank è il celebre diario di una ragazzina ebrea (1929-1945) che con i suoi occhi e la sua penna ci conduce a respirare la povere di quel delirio che i nazisti chiamavano “soluzione finale”.
Jojo Rabbit (2019 diretto da Taika Waititi). Jojo è un bambino che vive da solo con la madre Rosie. Mentre il marito è al fronte la donna ospita e nasconde Elsa, una compagna ebrea della defunta figlia. La forza e la determinazione delle due donne assieme allo sguardo innocente di Jojo rendono il film una pietra indispensabile in questo percorso di immedesimazione.
Via col vento (Gone with the Wind, 1936). Molto più interessante e articolato del film che ne è stato tratto, il primo e unico romanzo di Margaret Mitchell narra di una ragazzina ricca e viziata che si ritrova sola ad affrontare la guerra (quella americana di secessione), la fame e la lotta per la sopravvivenza di tutta la sua famiglia.
Il treno dei bambini, di Viola Ardone (Einaudi, 2019) chiude questa top ten. Perché la guerra, in realtà, non finisce con un armistizio o un trattato di pace. La distruzione causata dalla follia umana lascia dietro di sé una coda di fame e povertà che già da sola dovrebbe insegnare – senza possibilità di appello – che la guerra fa schifo, da qualsiasi parte la si voglia guardare.
Erna Corsi
Foto in alto: Jojo Rabbit – da amica.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA