Con l’estate sono arrivate, piene di energia, anche le cicale. Così, già dalle prime ore del giorno, il loro frinire sovrasta i suoni della natura.
L’estate è arrivata tutta d’un colpo. Non è solo un fatto di temperatura che è schizzata a valori piuttosto alti… il caldo torrido si fa sentire anche qui in collina, almeno durante il giorno. Il sottofondo continuo, che di musicale ha ben poco, mi fa rimpiangere l’allegro cinguettio di rigogoli, picchi e tutti gli altri amici canterini. Mi manca pure il piii piii piii… del ciuffolotto. L’adattamento non è facile per noi umani, ma neppure per la natura. La sveglia in questi giorni suona presto per innaffiare o fare lavori nel giardino e nell’orto prima che il caldo renda tutto più faticoso.
Gli zucchini e i cetrioli stanno andando alla grande. Più a rilento i pomodori: ce ne sono, e pure tanti, ma sono ancora molto verdi. Peperoni e melanzane a tutt’oggi sono ancora fermi. Prima o poi si decideranno a regalarci i loro frutti. A tavola l’insalata la fa da padrona, anche perché va in fiore molto velocemente. Per trovare una sensazione di fresco uso moltissimo la menta: è il mio prezzemolo estivo. Durante il giorno per dissetarmi adoro preparare una tisana di menta e melissa. La uso nell’insalata, nello tzatziki e anche negli zucchini che faccio saltare in padella con un po’ di buccia grattugiata di limone (rigorosamente edibile). Ne metto qualche foglia quando spengo il fuoco e a volte, prima di mettere in tavola questo semplicissimo piatto, aggiungo un po’di feta sbriciolata.
Nelle ore centrali, quelle più calde, mi diverto molto a osservare Rosa e Peo. Ecco svelati i nomi che abbiamo scelto per i micini, nati ormai tre mesi fa, e che crescono vivaci e paffuti grazie a mamma gatta, naturalmente dotata di uno spiccato senso di amorevole protezione. Stanno ancora poppando, ma hanno iniziato a mangiare anche altre pappe.
Quante cose ho notato in questo periodo. Quello che sicuramente mi ha affascinato di più è stata la loro comunicazione. Con i piccoli Mitty usa una modulazione completamente diversa da quella che usa con noi. È un mix dolcissimo di miagolio vibrante e fusa che non le avevo mai sentito prima. Ho visto anche la variazione del tempo che trascorre con loro. Il primo mese ne passava molto dentro la scatola dove sono nati per allattarli o per dormire con loro addosso. Appena poteva li lasciava per andare a cacciare, che è uno dei suoi hobby preferiti.
Mi faceva pensare a quelle mamme che, durante l’allattamento, sentono ogni tanto il bisogno di non avere bimbi addosso, fare un bagno tranquille o semplicemente una telefonata a un’amica con le braccia libere. Quando Peo e Rosa hanno iniziato a fare i primi passi Mitty ha diradato le uscite, ma si vedeva che le mancavano. Alcune volte ho avuto anche l’impressione che, sdraiata e con i piccoli attaccati, mi lanciasse occhiate un po’ rassegnate.
Ora invece passa quasi tutto il suo tempo con loro perché li sta “educando” al mondo, e ai suoi rischi. A volte la vedo poco distante che li osserva e li segue con lo sguardo pronta a scattare per sgridarli o per allontanarli da un pericolo. Nel frattempo io aggiusto i “danni” della loro vivace curiosità: pulisco la terra che si divertono a far uscire dai vasi e ripianto i ciuffi di falangio e di sedum palmeri che puntualmente staccano. Nulla li diverte di più che far dondolare le parti delle piante che ricadono dai vasi sul muretto.
Ma c’è un altro bellissimo esempio di genitorialità che ho osservato in questo periodo: una coppia di codirossi ha costruito un nido nella casa dei vicini e grazie alla pazienza e alla tenacia di Silvana, l’amica tedesca appassionata di fotografia che viene sempre in estate, abbiamo visto come mamma e papà si alternano nel portare il cibo alla loro nidiata. Le foto sono il frutto di appostamenti, non sempre comodi e agevoli, che ci hanno regalato una documentazione davvero interessante.
Spesso mi trovo a pensare che sto perdendo tempo, ma è un tale regalo osservare quanta vita c’è qui intorno che riesco sempre più spesso a placare la colpa per aver trascurato i doveri e quel brontolio interno che cerca di distogliermi per farmi lavorare: questo privilegio raro e grande merita tutta la mia attenzione. Il senso di pienezza, di beatitudine, ma soprattutto di appartenenza a un tutto assolutamente straordinario produce un aumento di endorfine a cui per nulla al mondo rinuncerei. Tutto il resto può aspettare.
Serena Betti
In alto: Vita in campagna, estate – Cetrioli, foto di Silvana Jaulus
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