“Un libro e …” – Le nostre anime di notte, ultimo romanzo di Kent Haruf

Le nostre anime di notte
Un libro e un film che raccontano la tenera storia di Addie e Louis che decidono di farsi compagnia e «attraversare la notte insieme.»

La mia proposta per questo venerdì è l’ultimo romanzo di uno dei miei scrittori preferiti; si tratta de Le nostre anime di notte di Kent Haruf (NN Editore, 2017) e già consigliato in una delle nostre Top Ten. È stato il mio primo approccio a questo autore e la prima volta in cui sono andata a Holt, cittadina immaginaria del Colorado dove sono ambientate le sue storie.

Una sera, l’anziana vedova Addie Moore fa visita al suo vicino di casa, Louis Water, anche lui vedovo e non più giovane, con una insolita proposta: «Mi chiedevo se ti andrebbe qualche volta di venire a dormire da me». La reazione di Louis è, ovviamente, di sorpresa. Per quale motivo fare una cosa del genere? La risposta di Addie è disarmante nella sua semplicità «…siamo tutti e due soli. Ce ne stiamo per conto nostro da troppo tempo. Da anni. Io mi sento sola, penso che anche tu lo sia. Mi chiedevo se ti andrebbe di venire a dormire da me, la notte. E parlare.». Da qui prende il via un racconto di tenerezza e piccoli gesti, ma anche di malinconia.

Le nostre anime di notteCiò che renderà queste pagine un prezioso romanzo senza tempo è il valore che Haruf assegna alle parole. I giorni trascorrono mentre Addie e Louise riescono a creare un legame intimo e, soprattutto, parlano molto. Si raccontano la loro vita e le relazioni precedenti, dei figli e dei nipoti, delle cose che amano e di quello che li spaventa.

Le parole di Addie mi hanno toccato maggiormente perché riesce con delicatezza, quasi in punta di piedi, a esprimere i suoi sentimenti: «Amo questo mondo fisico. Amo questa vita insieme a te. E il vento e la campagna. Il cortile. La ghiaia sul vialetto. L’erba. Le notti fresche. Stare a letto al buio a parlare con te».

La notte è il momento della giornata in cui finalmente si possono abbassare le difese che ci proteggono dal mondo circostante e diveniamo vulnerabili. Addie e Louis le passano facendosi compagnia, stesi sul letto e tenendosi sempre la mano. Prima poche timide parole, poi lunghi racconti intimi e personali.

Le cose cambiano con l’arrivo del piccolo Jamie, nipote di Addie, che si trasferisce da lei temporaneamente. Dopo un iniziale allontanamento, i due riprendono a trascorrere le notti insieme ma anche a condividere le giornate, con pranzi e gite fuori porta, complice anche la presenza del bambino.

Il rapporto diviene più stabile, ma a Holt viene notata la loro particolare amicizia. Iniziano a circolare voci e si troveranno a fare i conti con i pregiudizi di familiari e amici: una relazione alla loro età è considerata troppo spregiudicata. Non vi racconto se Addie e Louis riusciranno a proteggere la loro unione, questo tocca a voi scoprirlo!

Le nostre anime di notte è un piccolo romanzo di poco più di centocinquanta pagine, si può leggere tutto d’un fiato in una manciata di ore oppure si può immergersi lentamente nella storia con cuore aperto per raccogliere tutto ciò che Kent Haruf è stato in grado di seminare. I capitoli sono molto brevi, così come le frasi che danno ritmo al testo. Non vi aspettate molte descrizioni o azioni, sono raccontati per lo più riflessioni e pensieri con una prosa leggera e scorrevole. Ultima cosa, ma non meno importante, andare a Holt è come tornare a casa!

In accoppiata con il romanzo vi propongo l’omonima trasposizione cinematografica del 2017 diretta da Ritesh Batra, con protagonisti Robert Redford e Jane Fonda. Il film è stato presentato, fuori concorso, nel settembre 2017 alla 74ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, durante la quale i due protagonisti hanno ricevuto il Leone d’oro alla carriera. Nei giorni successivi, è stato reso disponibile in streaming su Netflix.

Apprezzabile la regia del film; Ritesh Batra ha adattato il romanzo di Haruf senza togliere niente alla leggerezza della scrittura e alla purezza della storia. Le capacità interpretative e l’alchimia che si percepisce tra Fonda e Redford sono il punto di forza di questa pellicola. Con il loro fascino ci tengono incollati allo svolgersi del racconto.

L’aria crepuscolare che si respira nel libro la ritroviamo anche nell’adattamento cinematografico grazie agli interni poco luminosi delle case e al clima intimo e raccolto. Ritornano le atmosfere domestiche fatte di piccole cose, dove si percepisce lo scorrere del tempo, notte dopo notte. Se avete amato il romanzo, ritroverete anche qui la stessa struggente delicatezza e la stessa complessa semplicità. Buona visione e buon fine settimana!

Sara Simoni

Foto in alto: Robert Redford e Jane Fonda 

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