Pillole di femminile – Storie piccole che raccontano un mondo grande #108

plop - pillole di femminile
La pillola di oggi è il racconto Plop di Serena Pisaneschi. Aria fresca e fantasia si incontrano in una piacevole notte di fine estate.


Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.

Il plop ritmico delle gocce non era poi così fastidioso paragonato all’incessante frinire delle cicale delle notti precedenti. Il caldo appiccicoso aveva allentato la sua morsa da qualche giorno e i ventilatori, almeno la notte, facevano riposare le pale. Quindi niente cicale e niente fruscio, solo quella goccia che cadeva ogni tre secondi circa, l’aveva cronometrata.

Stava immobile sul letto, a stella, nudo. Il corpo alla mercé dell’aria notturna, finalmente fresca, che tentava di insinuarsi tra le mura ancora scottate da un agosto rovente. Faceva fatica però, arrivavano solo piccole, fugaci folate, troppo poche per appagare la sete d’autunno, ma abbastanza numerose da regalare una promessa di fine estate.

Quei soffi gli accarezzavano la pelle, i peli del petto, quelli del pube. Lui li aspettava a occhi chiusi, con respiri leggeri, sussurrati. Si immaginava di camminare così per strada, senza vergogna, gli occhi delle donne addosso colmi di desiderio. Ma lui non le guardava, senza il minimo accenno d’interesse andava dritto verso casa, da lei, la ragazza del 4C.

Non una bellezza da copertina, ma esattamente come piacevano a lui le donne. Morbida, burrosa, col petto abbondante e i capezzoli grandi. L’aveva sbirciata molte volte mentre annaffiava i fiori. Capelli raccolti e un vestitino sottile che lasciava vedere tutto. Quante volte aveva sognato di prenderla da dietro afferrandole i seni e possederla lì, sul terrazzo che dava sulla via principale del quartiere.

Lui che spingeva, lei che gridava di piacere. A quel pensiero si portò una mano al pene, che aveva preso vigore. Il respiro si era fatto più incostante, accompagnato da tenui mugolii. Ma non voleva finire subito, voleva fare con calma perché il godimento era doppio: del fresco notturno e del sesso immaginato. L’aria leggera, la notte silenziosa, la sua mano e l’inquilina del 4C lo facevano stare bene, perché avere fretta?

Intanto il plop ritmico delle gocce continuava a risuonare ogni tre secondi circa.

Serena Pisaneschi

Foto in alto: elaborazione grafica di Erna Corsi

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