Karl Tenbro scrive una storia di dipendenze, sesso e violenza, ma anche una lente d’ingrandimento sulla superficialità di tutti noi.
L’opera Nibiru di Karl Tenbro (Youcanprint 2019), con una narrazione allucinogena e psichedelica, esplora le profondità della mente umana. È un romanzo complesso e surreale, caratterizzato da un uso non convenzionale del linguaggio e della struttura narrativa. Richiede una completa immersione e una mente aperta e disposta a confrontarsi con le proprie ombre. Infatti Tenbro, con il suo stile unico, trasforma il mondo quotidiano in qualcosa di assurdo e terrificante, esplorando temi di isolamento, pazzia e auto-distruzione.
La trama segue le vicende del protagonista che lotta con alcolismo e solitudine, tormentato costantemente da incubi e visioni terribili. È angosciato dalla presenza-assenza di una donna, la sua donna, che si intuisce essere morta in circostanze violente e poco chiare.
Una presenza asfissiante e disturbante che permea ogni riga, ogni pagina, e che trascina il lettore in una discesa verso l’abisso della follia umana. La narrazione in prima persona di Niburu fa rivivere le paranoie e le ossessioni del protagonista con uno stile di scrittura fortemente sperimentale fatto di frasi che si muovono in modo irrazionale e di lingue sconosciute.
Il vortice surreale, che riflette la mente frammentata del protagonista, trasforma la lettura in una sfida affascinante per chi apprezza non solo la letteratura ergodica, ma anche il genere noir fantastico e una sorta di trasgressione intellettuale.
La componente fagocitante legata all’alcolismo del protagonista è fortissima e ricorrente. Il lettore si sente spettatore di una continua sbornia in cui whiskey, allucinazioni, rimorso, ricordi e vita si fondono in una miscela infernale.
Si assiste, impotenti, alla confusione e al tormento di un uomo che non riesce a sopravvivere alla scomparsa della compagna. E ne osserviamo la depressione, il senso di colpa e l’autodistruzione venendone compenetrati. Si presenzia anche al biasimo per una società dell’apparenza e dell’indifferenza alle miserie umane di cui il protagonista si sente portavoce.
Non ci sono risposte in questa storia, solamente spunti di riflessione. Non c’è una vera e propria trama al di là delle peregrinazioni di questo sciagurato, solamente scene che provocano estremo disgusto. Eppure tra le righe si riescono a scorgere alcune verità sul mondo in cui viviamo e su quello che siamo diventati, anche se il fastidio per l’ignavia di quest’uomo è veramente disturbante.
Nibiru è un viaggio nel lato oscuro dell’animo umano. Un viaggio difficile, disperato e incredibile, ma solo per stomaci forti.
Federica Carteri
Foto in alto: da Pixabay
© RIPRODUZIONE RISERVATA