Estratto da L’arte della gioia, di Goliarda Sapienza. Modesta si ribella alla mentalità che vuole le donne sottomesse e fragili.
Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.
Ogni voce di ribellione solitaria cade senza tonfo nel lago d’indifferenza che lento ma tenace invade ogni strada, ogni cantone, a ogni passo della storia. Delitto Matteotti, leggi speciali, Patti Lateranensi.
«Storia di maschi, principessa, la fanno e la disfano a loro piacimento.»
«Certo, Stella.»
La fisso, ma non ha più incanto per me quella dolcezza e rassegnazione che prima scambiavo per saggezza… Prima.. quando Bambolina non era fra noi. Ma ora che Bambolina comincia a correre dietro a Prando, perché la fermano e li dividono? Devo lasciare i miei libri e scendere. Nel prato piange disperata, mentre Prando sparisce felice giù verso il bosco.
«Ma che c’è, Stella, Elena, Perché li dividete?»
«Ma correva come un maschiaccio, principessa! Si sporca il vestitino.»
Ecco come comincia la divisione. Secondo loro Bambolina, a soli cinque anni, dovrebbe già muoversi diversamente, stare composta, gli occhi bassi per coltivare in sé la signorina di domani. Come in convento, leggi, prigioni, storia edificata dagli uomini. Ma è la donna che ha accettato di tenere le chiavi, guardiana inflessibile del verbo dell’uomo. In convento Modesta odiò le sue carceriere con odio di schiava, odio umiliante ma necessario. Oggi è con distacco e sicurezza che difende Bambolina dai maschi e dalle femmine, solo a lei tiene, in lei difende se stessa, il suo passato, una figlia che col tempo potrebbe nascerle… Ti ricordi, Carlo? Ti ricordi quando ti dissi che solo la donna può aiutare la donna e tu nel tuo orgoglio di uomo non capivi? Ora capisci? Ora che hai avuto una bambina capisci?
Serena Pisaneschi
Foto in alto: elaborazione grafica di Erna Corsi
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