Vita in campagna. Appunti di viaggio di una cittadina in trasferta #18

La Verna e girasoli -autunno
La perfezione non esiste. Quest’anno l’autunno, la stagione che prediligo, mi ha nuovamente mostrato un difetto particolarmente fastidioso.

Intorno tutto è grigio. La Verna è sparita dietro nuvole nere, tira il vento e si sentono tuoni lontani. Forse anche oggi avremo un po’ di pioggia. L’autunno è arrivato da qualche giorno, ma non mi sono ancora decisa a fare il cambio di stagione perché la temperatura è più variabile del tempo. Tra la mattina presto e le ore centrali l’escursione termica arriva a superare anche i venti gradi, soprattutto quando c’è il sole. La sera si cena volentieri davanti al camino acceso.

Come ogni anno, per salutare definitivamente l’estate mi sono addentrata nel campo di girasoli, ormai sfioriti, per raccogliere i semi ed essiccarli al buio, lontani da uccelli golosi. Anche questo è un rito a cui non mi sottraggo. Una volta essiccati, una parte la metto in sacchettini per piccoli regali di Natale, il resto lo conservo per la semina in marzo.

Da quando vivo in Casentino l’autunno è la mia stagione preferita, non escludo che anche l’età abbia la sua influenza, ma ci sono dati oggettivi che possono avvalorare la mia predilezione. La luce in questo periodo ha un fascino speciale. Con la pioggia o con il sereno non c’è differenza: è più dolce, più sfumata, più discreta. I colori intorno cambiano e prendono i toni caldi che amo tanto.

I topinambur sono in piena fioritura: i cespugli gialli sparsi un po’ ovunque fanno molta allegria. Anche i profumi sono più discreti. L’olfatto non viene investito dagli odori differenti di tutti i fiori che esplodono in primavera. Ora si può sentire distintamente quello dei fichi, o delle mele. L’erba emana effluvi leggeri. La nepitella la fa da padrona e cresce anche nei vasi. I suoi fiorellini lilla sono deliziosi e le foglie ancor di più… soprattutto sulle melanzane. Si può riconoscere il profumo delicato dell’ipomea che continua a fiorire, anzi, ha quasi tappezzato la parete attrezzata per farla arrampicare. Ho l’impressione che la pianta  si senta più a suo agio in autunno.

Il prato ha iniziato a regalarci un odore tipico e inconfondibile, quello dei funghi. Ce ne sono di tutti i tipi: la maggior parte non è commestibile, ma si trovano anche i prataioli, gustosissimi in insalata o sui crostini dopo averli saltati in padella con aglio e nipitella. Nulla a che vedere con quelli che si comprano, lo posso garantire!

Mazza di tamburo e porcini - autunno
Mazza di tamburo e porcini

E il bosco ha iniziato a regalarci i porcini. Ho avuto la fortuna di celebrare la prima raccolta alla grande perché era passato di qui mio fratello, che è in assoluto il miglior “cuciniere” di risotti. Per chiudere in bellezza la cena a tema “Delizia del bosco” ci siamo affidati alla griglia sulla brace del camino che non tradisce mai. Con le raccolte successive abbiamo avviato la scorta di funghi essiccati.

L’autunno è il tempo della calma. Mi piacerebbe che tutto l’anno fosse così. Non ci sono lavori grossi da fare, l’aria è più fresca e posso dedicarmi senza distrazioni alla preparazione di marmellate di prugne, di pere e di mele. Con i frutti estivi trovare la concentrazione è più complicato: ho sempre un orecchio attento al timer per le innaffiature e l’altro all’assalto di vespe e altri simpatici ghiottoni volanti.

Ma c’è un neo! Dall’anno scorso devo fare molta attenzione quando raccolgo il bucato steso: ogni capo va sbattuto e ispezionato attentamente perché il rischio è quello di trovare amare e puzzolenti sorprese nell’armadio o nei cassetti. Le cimici sono diventate un incubo.

autunno
Orto dopo la visita dell’istrice

A proposito di ospiti fastidiosi, l’istrice è tornato a trovarci. Questa volta, però, non mi sono risentita perché ho scoperto che il suo “compagno di merenda” era il cucciolo. Da quel giorno, dopo aver chiuso il buco, da cui riuscivano a passare comodamente, tra gli impegni quotidiani abbiamo inserito anche il sopralluogo del recinto. L’orto invernale piccolo ha un bellissimo aspetto. E si è arricchito di una novità.

Abbiamo fatto una traccia e interrato dei bulbi di zafferano che ci ha regalato un’amica. Lo scorso anno l’avevo aiutata nella mondatura dei fiori e ho capito come mai è così pregiato e costoso. Il prezzo è legato al minuzioso lavoro che va svolto manualmente e molto lentamente. Dopo aver adagiato i fiori raccolti in un cesto, o un vassoio, si prendono in mano uno alla volta e con delicatezza si separano gli stimmi, facendo attenzione a non spezzarli.

È un lavoro di pazienza e cura. Alla fine avevo le dita profumatissime e striate di viola e mi sentivo come se avessi meditato per l’intera mattina. Immagino, però, che chi lo coltiva per ricavarne grandi quantità da destinare alla vendita non abbia la stessa sensazione. Tra l’altro anche la raccolta è impegnativa: va fatta nelle prime ore del mattino, prima che il fiore si schiuda, anche in caso di pioggia, per evitare che si danneggino i preziosissimi stimmi. Ora non mi resta che aspettare fiduciosamente il prossimo anno per assistere alla spettacolare fioritura del crocus sativus.

Serena Betti 

Foto di Serena Betti

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