“Un libro e …” – L’antidoto di Vera Gheno, istruzioni sul linguaggio in rete

L'antidoto
Un libro e un podcast di Vera Gheno che esplorano l’importanza delle parole e del linguaggio, sia online che nella “vita vera”.

La mia proposta per questo venerdì è diversa da tutti i miei precedenti consigli, si tratta infatti di un saggio: L’antidoto della sociolinguista Vera Gheno (Longanesi, 2023). Un prezioso manuale d’istruzioni sulla comunicazione digitale, per aiutarci a comprendere meglio cosa accade ogni giorno online. «In rete, le parole che scegliamo sono di fatto il solo mezzo che abbiamo per costruire concretamente l’ambiente in cui viviamo» scrive l’autrice nell’introduzione. È fondamentale prendere consapevolezza del potere di una parola ben scelta.

Il sottotitolo «15 comportamenti che avvelenano la nostra vita in rete» dice già molto. L’autrice individua e analizza quindici veleni (situazioni tossiche) di cui ogni giorno possiamo essere vittime. A seguire viene proposto l’antidoto, un consiglio da mettere in pratica per sopravvivere a ciò che può accadere sui social. Il tutto è inquadrato con una veste grafica accattivante che rende semplice e comprensibile la lettura.

L'antidotoEssere in pubblico, Deumanizzazione, Non sapere di non sapere, I quattro cavalieri dell’apocalisse social sono solo alcuni dei veleni presentati… niente di nuovo o di sconosciuto. Però trovarsi a leggerli tutti insieme, organizzati in modo sistematico, restituisce un aiuto reale per rendere la vita in rete più piacevole. Capiamo quanto sia faticoso tenere insieme le relazioni, indipendentemente dal contesto in cui si svolgono: «un’esistenza nella quale online e offline non sono più considerabili due mondi indipendenti, separati l’uno dall’altro» (quello che il filosofo Luciano Floridi chiama onlife).

Ritengo particolarmente importante il messaggio lasciato dal primo capitolo (dal titolo Essere in pubblico), suggerimenti per scongiurare il famoso ««effetto tinello, ossia della convinzione di potersi comportare in ogni luogo nella stessa maniera.» Sembra una nozione ovvia, ma non lo è: quando scriviamo sui social è come parlare in pubblico, «è come se lo facessi su un palcoscenico davanti a una platea gremita e non universalmente bendisposta verso di te.»

Sicuramente la deumanizzazione è un veleno che ci colpisce frequentemente, più di quanto si possa credere. È accaduto a tutti, online, di avere l’impressione che davanti a noi ci sia un’altra persona e questo nasconde una grande insidia… «Non percepire l’altro come un essere umano ci permette di dare sfogo a manifestazioni d’odio fuori scala.»

«Scriviamo troppo, spesso a vanvera, e il modo in cui sono organizzate le piattaforme social ci spinge a postare costantemente.» In poche parole, non siamo in grado di rimanere in silenzio e ci sentiamo costretti a esprimere la nostra opinione a ogni costo. Fondamentale è capire quando abbandonare una discussione sui social. Possiamo solo trarre beneficio dalla scelta di non esporsi, solo per la voglia di essere presenti.

L’antidoto si legge davvero in una manciata di ore, ma è un piccolo e prezioso saggio. Ci ricorda come online il privato diventa cosa pubblica e che gli ambiti che nella vita “vera” teniamo separati (la sfera lavorativa e quella personale, per esempio) possono confondersi. Più di tutto ci mette davanti all’evidenza che il singolo individuo, con il proprio comportamento, è responsabile dell’agire collettivo.

In accoppiata con L’antidoto vi propongo Amare parole, un podcast sul linguaggio e i suoi cambiamenti, sempre di Vera Gheno. Prodotto da Il Post, è disponibile ogni domenica mattina alle 10:00 con episodi della durata di circa venti minuti. È possibile ascoltarlo sia sulla app de Il Post che sulle principali piattaforme (come Spotify o Amazon Music).

Ogni episodio genera spunti e riflessioni da condividere con chi abbiamo vicino, è impossibile rimanerne indifferenti. Si può essere o meno concordi con Vera Gheno, ma è certo che metterà in discussione le nostre convinzioni, offrendo un punto di vista ben argomentato. A corredo di ogni puntata si trovano link e riferimenti bibliografici per approfondire l’argomento trattato. Non abbiamo scuse per non informarci meglio su quello che conosciamo poco!

L’episodio di domenica 6 ottobre 2024, dal titolo Questioni di corpi femminili, è uno dei miei preferiti (anche se è davvero difficile scegliere). Tratta benissimo la presunta necessità delle donne di essere belle a tutti i costi. «Controllare l’aspetto che devono avere i corpi, soprattutto i corpi femminili, è un modo per tenere le persone, soprattutto le donne, sottomesse, docili, costantemente un po’ sotto a quella immaginaria asticella che altri hanno definito per loro. […] Il “si è sempre fatto così” è nemico del progresso, quindi indigniamoci, protestiamo quando i nostri corpi vengono messi in mezzo senza motivo alcuno e cambiamo le nostre usanze individuali. Basta giudizi inutili sul corpo di altre persone.»

Buon ascolto e buon fine settimana!

Sara Simoni

Foto in alto: Vera Gheno

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