Pillole di femminile – Storie piccole che raccontano un mondo grande #114

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La pillola di oggi è tratta da La classe (Editrice Nord, 2020) romanzo distopico di Christina Dalcher. Traduzione di Barbara Ronca.

Pillole di femminile, la rubrica per riflettere su alcuni piccoli grandi temi legati alla vita di tutti i giorni.

La classe (Editrice Nord, 2020) è un romanzo di Christina Dalcher ambientato in un mondo distopico. Una realtà non così distante dalla nostra. Cosa potrebbe accadere se chi è al potere scegliesse di attuare cambiamenti politici radicali, ma a un ritmo così lento, che nessunә possa accorgersi di nulla? Immaginate una società suddivisa in fasce in base a un algoritmo che combina capacità intellettiva, reddito e provenienza sociale. Un mondo in cui i rapporti sono regolati dal cosiddetto Q…

Da La classe di Christina Dalcher. Traduzione di Barbara Ronca.

È impossibile sapere cosa saresti disposto a fare per fuggire da un matrimonio fallito e garantire ai tuoi figli l’opportunità di avere successo nella vita. Pagare? Rinunciare alla tua casa? Mentire, rubare, ingannare? Io stessa mi sono fatta queste domande, e immagino che molte madri se le facciano di continuo. Ma c’è una domanda che non mi sono mai posta, soprattutto perché la risposta non mi piace. Nemmeno un po’. Ho un istinto di sopravvivenza troppo forte. L’ho sempre avuto.
Ieri sera. dopo che le ragazze sono andate a dormire, ho riprovato a parlare con Malcom. Ho cercato di dare alla conversazione un tono lieve, perché la sua solita flemma non si trasformasse in rabbia. «Non posso più. Freddie non ne può più.»
Lui ha alzato gli occhi dai suoi documenti per incrociare il mio sguardo. «Non ne puoi più di che cosa?»
«Dei numeri. Della pressione. Di tutto quanto.»
«Capito.» E si è immerso di nuovo nei suoi rapporti e appunti.
Quando mi sono alzata per andare a letto, credo di averlo sentito sospirare di sollievo.
È già da parecchio tempo che le cose non vanno bene da queste parti.
Quasi non mi ricordo più com’era prima che tutti cominciassimo a portarci sempre dietro i Numeri Q, una specie d’impronta digitale artificiale sui polpastrelli. Per qualcuno sono una medaglia al valore, per qualcun altro un marchio d’infamia. Immagino che ci si possa abituare a tutto, nel giro di dieci anni. Come coi cellulari. Vi ricordate com’era non avere tutto l’inverso a portata di mano? […]

Cinzia Inguanta

Foto in alto: elaborazione grafica di Erna Corsi

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