L’arte di invecchiare. I Cure: Songs of a Lost World, un capolavoro di malinconia

Songs of a lost world
Dopo sedici anni, i Cure tornano con un album che scava nelle profondità dell’anima, tra nostalgia, morte e la fragilità dell’umanità. Un viaggio introspettivo che ci costringe a confrontarci con la nostra mortalità.

L’uscita di Song of a lost world, il nuovo disco dei Cure, è stata l’occasione che aspettavo per uscire dalla mia comfort zone, ovvero il racconto delle biografie di artiste che curo per questa rubrica. Sono passati sedici anni dall’ultima pubblicazione, per una delle band cult degli anni ‘80, che ha segnato le vite di tanti adolescenti con il walkman nelle orecchie, poi diventati adulti complessi e malinconici alla corte di Robert Smith.

Il nuovo album

Sono state rilasciate il 1 novembre 2024 le otto canzoni di Songs of a lost world, che sembrano riprendere idealmente il filo di un discorso iniziato nel 1979. Sono poche le band a non aver sbagliato nulla o quasi, come i Cure. Un suono distintivo, una discografia ampia e versatile, successi che hanno una popolarità così intensa, da diventare brani universali. Robert Smith e soci hanno guadagnato così tanta credibilità, da poter prendere una pausa eterna senza perdere per strada un solo fan. Il primo singolo è Alone, un pezzo di sei minuti abbondanti per metà strumentale, lontanissimo dalle instant songs in voga oggi. È una ballad che si sviluppa con un intreccio di chitarra, basso distorto e sintetizzatore, che celebra la decadenza da sempre sviscerata da Smith.

Le canzoni

Molti temi lirici ruotano attorno alla morte o all’assenza, alla fragilità del pianeta abbandonato in cui viviamo. Le canzoni sono scritte esclusivamente dal frontman, c’è una coesione tra loro che rende l’album coerente e adatto ad un ascolto intero di lato A e lato B. Le sensazioni provate aleggiano tra la nostalgia per un mondo analogico che non esiste più e la consapevolezza che il tempo viaggia più veloce dei nostri ricordi. Smith ha dichiarato: «Le mie canzoni hanno sempre avuto questo elemento, la paura della mortalità. È sempre stato così, fin da quando ero giovane. Ma quando si invecchia, diventa più reale».

Can Never Say Goodbye, dedicata alla scomparsa del fratello Richard, coniuga il rumore di un temporale ai rintocchi di un piano, e celebra l’ultima serata trascorsa insieme. And Nothing Is Forever, struggente ballad con archi, è stata composta come ideale risarcimento a una persona cara, a cui Smith aveva promesso di stare al suo capezzale fino all’ultimo.

Temi sociali

Robert Smith ha sempre avuto una capacità di scrittura fuori dal comune, sa trasformare le esperienze personali in universali, anche quando tratta tematiche sociali. War Song ha il suono abrasivo di un basso distorto e celebra l’autolesionismo dell’umanità attraverso l’odio, la guerra e la vergogna. Drone:Nodrone, è un brano che investiga il tema della confusione e del disorientamento, gioca sulle sensazioni dell’ essere persi e insicuri. Smith fa del suo meglio per dipingere un quadro fosco del voyeurismo da social media con sintetizzatori stridenti e chitarre psichedeliche.

Il finale trionfale

All I Ever Am, è la penultima traccia, piena zeppa di rimpianti, di fantasmi, di ricordi che perseguitano senza scampo: la batteria e il synth incalzano la battaglia quotidiana con se stessi.

Il Songs of a lost world si conclude con la meravigliosa End Song, che musicalmente ed emotivamente si presenta come un elogio funebre. Sono le speranze e i sogni di giovinezza che vengono cancellati dal tempo. La performance vocale di Smith è straziante, sconsolato si chiede dove sia andato a finire quel bambino che guardava la luna nei giorni dello sbarco. Dieci minuti e trenta, di cui quattro strumentali, e una lunga coda di chitarra elettrica a chiudere trionfalmente il discorso.

La copertina

L’artwork sepolcrale di Songs of a lost world celebra l’opera dello scultore sloveno Janes Pirnat, intitolata Bagatelle. È la pietra che simboleggia la spettralità e la dolente malinconia, prerogative della scrittura di Robert Smith. Lo scorso 1 novembre i Cure hanno annunciato a sorpresa un concerto al Troxy Club di Londra che è stato trasmesso in live streaming gratis, confermando la totale anarchia della band nella gestione delle piattaforme digitali. L’esperienza live è una delle più potenti che possiate vivere: stanno per essere comunicate le nuove date, correte al cospetto di Smith, non ve ne pentirete.

Music

Songs of a lost world – Full live stream

All I Ever Am

Endsong

Elena Castagnoli

Foto in alto: Songs of a lost world

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