Il costo della vita: uno straordinario manifesto dell’essere donna e del prezzo da pagare per costruire una casa che le assomigli.
L’inizio di questa storia ve lo avevo già raccontato. La scoperta di Deborah Levy è tutta colpa della mia bibliotecaria preferita. Colpa si fa per dire. Ero passata a restituire un libro che avevo terminato e appena mi ha vista è saltata su come una molla dicendo: «Questo libro lo devi leggere assolutamente! Anzi, i libri sono tre.» Si riferiva alla trilogia Autobiografie in movimento di Deborah Levy. Non potevo certo esimermi e insieme al primo volume ho preso subito anche il secondo. Lei ovviamente mi ha consigliata bene come sempre.
Il secondo volume delle autobiografie in movimento di Deborah Levy intitolato Il costo della vita è del 2018. È stato pubblicato in Italia nel 2024 grazie a quelli di NN, con la traduzione di Gioia Guerzoni e l’introduzione di Veronica Raimo. Il viaggio fra i meandri della memoria di Deborah Levy prosegue. Dopo un divorzio doloroso da un marito senza nome, due figlie da crescere e le bollette da pagare Levy prova a ricostruire la sua vita e a occuparsi di sé stessa. Il capanno di una vicina diventa la sua stanza tutta per sé.
Come riporta la bandella del volume, nel secondo capitolo della sua autobiografia, Deborah Levy parla di scrittura, relazioni e della perdita della madre, e sfata il mito della casa come luogo dove soddisfare tutti tranne sé stessa. Vivido, brillante e struggente, Il costo della vita è uno straordinario manifesto dell’essere donna, su come rifiutare regole sociali subdole e oppressive, in continuo dialogo con le sue autrici di riferimento – Woolf, de Beauvoir, Duras – Levy racconta sé stessa e il prezzo da pagare per costruire una casa che le assomigli, abbracciando la paura e l’ebbrezza della libertà e dell’arte. Per il terzo volume dovrete attendere la prossima puntata.
Paola Giannò
Foto in alto: Deborah Levy – Il costo della vita-ritaglio
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