La poesia nel dì di domenica: “Atto d’amore“ di Ada Negri

Ada Negri
Ispirandoci al rito dell’attesa legato al mese di dicembre, proponiamo cinque poesie che ci accompagneranno alla fine dell’anno.

L’Avvento è un periodo di preparazione spirituale che viene celebrato in molte parti del mondo seguendo le diverse religioni e le culture proprie di ogni paese. Nel contesto del cristianesimo l’Avvento rappresenta un periodo di grande significato perché sottolinea la preparazione spirituale in attesa della nascita di Cristo.

Un elemento che accomuna le celebrazioni è l’uso di candele che rappresentano il fuoco e la luce che illuminano il mese più buio dell’anno. Nelle case del nord Europa, per vivere l’attesa del Natale, e scandirne il tempo, si prepara una corona con rami di piante sempreverdi al cui interno vengono inserite quattro candele da accendere, una alla volta.

Prendendo spunto da questa tradizione nel mese di dicembre proponiamo l’ascolto di cinque poesie, a carattere religioso, che accompagneranno l’attesa del nuovo anno.

Ada Negri, che per prima ha denunciato nelle sue poesie la miseria contadina e lo sfruttamento degli operai nelle fabbriche, negli ultimi anni della sua vita ha trovato conforto e rifugio nella preghiera.

Atto d’amore, la lirica che proponiamo oggi, accompagnata dal video realizzato da Debora Menichetti, è un’ammissione della sua devozione e del suo amore per il Signore.

Serena Betti

Foto in alto: Ada Negri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Atto d’amore

Non seppi dirti quant’io t’amo, Dio
nel quale credo, Dio che sei la vita
vivente, e quella già vissuta e quella
ch’è da viver più oltre: oltre i confini
dei mondi, e dove non esiste il tempo.
Non seppi; – ma a Te nulla occulto resta
di ciò che tace nel profondo. Ogni atto
di vita, in me, fu amore. Ed io credetti
fosse per l’uomo, o l’opera, o la patria
terrena, o i nati dal mio saldo ceppo,
o i fior, le piante, i frutti che dal sole
hanno sostanza, nutrimento e luce;
ma fu amore di Te, che in ogni cosa
e creatura sei presente. Ed ora
che ad uno ad uno caddero al mio fianco
i compagni di strada, e più sommesse
si fan le voci della terra, il tuo
volto rifulge di splendor più forte,
e la tua voce è cantico di gloria.
Or – Dio che sempre amai – t’amo sapendo
d’amarti; e l’ineffabile certezza
che tutto fu giustizia, anche il dolore,
tutto fu bene, anche il mio male, tutto
per me Tu fosti e sei, mi fa tremante
d’una gioia più grande della morte.
Resta con me, poi che la sera scende
sulla mia casa con misericordia
d’ombra e di stelle. Ch’io ti porga, al desco
umile, il poco pane e l’acqua pura
della mia povertà. Resta tu solo
accanto a me tua serva; e, nel silenzio,
degli esseri, il mio cuore oda Te solo.

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