La scrittrice romana torna con un nuovo romanzo ambientato nella Capitale, in bilico tra giallo e introspezione.
Nel suo ultimo libro, Il Gufo (Les flâneurs, 2024), Emma Saponaro si lascia alle spalle il viaggio di liberazione di un’eroina ingabbiata nei meccanismi patriarcali alla base di Se devo essere una mela, per un cammino ben diverso. Quello «agli inferi» compiuto dal protagonista del romanzo, il detective Guido Vitali, noto come il Gufo.
Schivo e inquieto, Vitali si ritrova a fine carriera in un momento in cui più di un nodo viene a incastrarsi nel pettine della sua esistenza. Alle difficoltà sul lavoro, infatti, si affiancano – o, per meglio dire, si sovrappongono, venendo spesso a prevalere – quelle sentimentali e relazionali. Qualcosa, infatti, ha scatenato nel Gufo una scia di ricordi. Di un’infanzia difficoltosa, una giovinezza solitaria e una maturità che non riesce a scrollarsi di dosso il passato. A dare affetto e accoglierlo, accettare di dipendere da qualcuno e non da qualcosa. Come l’alcol, per esempio. Più facile da gestire dell’amore di una donna, la materna Iolanda. O delle intemperanze di avvocati truffaldini e clienti nevrotici.
La frequentazione di ambienti difficili dove ha toccato con mano il problema della violenza familiare di certo è stata una palestra dura, ma efficace a forgiare la conoscenza di Saponaro di una materia a cui ne Il Gufo riesce a dare la forma della finzione letteraria.
Al netto dei commenti e del flusso di ricordi, che talvolta mettono all’angolo trama e azioni, lo stile che scorre fluido e traghetta rapido il lettore fino all’ultima pagina continua a essere il tratto forte dell’autrice romana, nonostante Saponaro abbia concentrato gli spunti ironici che rendevano piacevole Se devo essere una mela ai momenti più lievi della storia.
La vicenda drammatica di un uomo diventato misantropo e schivo per necessità, raccontata in un libro le cui ultime pagine sono un crescendo di adrenalina e fiato corto e che ci offre un finale totalmente inaspettato.
Silvia Roncucci
Foto in alto: Emma Saponaro
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