La poesia nel dì di domenica: “Non sappiamo parlarti, Signore “ di Donata Doni

Donata Doni
Ispirandoci al rito dell’attesa legato al mese di dicembre, proponiamo cinque poesie che ci accompagneranno alla fine dell’anno.

L’Avvento è un periodo di preparazione spirituale che viene celebrato in molte parti del mondo seguendo le diverse religioni e le culture proprie di ogni paese. Nel contesto del cristianesimo l’Avvento rappresenta un periodo di grande significato perché sottolinea la preparazione spirituale in attesa della nascita di Cristo.

Un elemento che accomuna le celebrazioni è l’uso di candele che, simbolicamente, rappresentano il fuoco e la luce che illuminano il mese più buio dell’anno. Nelle case del nord Europa, per vivere l’attesa del Natale, e scandirne il tempo, si prepara una corona con rami di piante sempreverdi al cui  interno vengono inserite quattro candele da accendere, una alla volta.

Prendendo spunto da questa tradizione nel mese di dicembre proponiamo l’ascolto di cinque poesie, a carattere religioso, che accompagneranno l’attesa del nuovo anno.

Chiudiamo la rassegna con Non sappiamo parlarti, Signore la cui autrice Donata Doni, pseudonimo di Santina Maccarrone, è una poeta lucana poco conosciuta.

«La poesia di Donata Doni si fa notare per la sincera autobiografia che contiene, e che riflette un’anima dolente, fortemente religiosa e meditativa; altro elemento che spicca è la limpidezza dei suoi versi: parole semplici e nello stesso tempo profonde, che hanno la capacità di trasmettere emozioni non comuni. Troppo spesso ignorata dagli antologisti, l’opera poetica della Doni non è stata ancora riunita in un unico volume, e non ne capisco il motivo, visto il grandissimo valore che possiede.» Queste parole sono pubblicate nel blog I libri della stanza ascosa.

L’ascolto dell’ ultima poesia del 2024 è accompagnata dal video realizzato Debora Menichetti e dai nostri auguri per l’anno che sta arrivando e per nuovi incontri poetici nella nostra rubrica.

Serena Betti

Foto in alto: Donata Doni

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Non sappiamo parlarti, Signore

Non sappiamo parlarti, Signore.
Parlarti come si parla
Alla propria anima,
senza ingannarci,
senza ingannarti.
Parlarti come il fiore che s’apre,
come l’astro fisso nella Tua luce,
i cieli assorti nel Tuo splendore.
Non sappiamo che dirti
Trascurate preghiere,
o lanciarti il grido
dell’anima, della carne ferita.
Insegnaci le parole del silenzio.

 

 

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